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Opere pubblicate: 19994
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Info sull'Opera
Ilario, Egano, Corbolo ILARIO Non si dovrebbe alcuna cosa in grazia Aver mai sí, che potendo ben venderla, Non si vendesse, solo eccettuandone Le mogli. EGANO E quelle ancor, se fusse lecito Per legge o per usanza. ILARIO Non che in vendita, Ma a baratto, ma in don dar si dovrebbeno. EGANO Di quelle che non fan per te, intelligitur. ILARIO Ita: non è già usanza che si vendano, Ma darle ad uso par che pur si toleri. D'un par di buoi, per tornare a proposito Parlo, che trenta ducati, e tutti ungari... CORBOLO (Questi al bisogno nostro supplirebbono.) ILARIO ...Ieri io vendei a un contadin da Sandalo. EGANO Esser belli dovean. ILARIO Potete credere... CORBOLO (Io li voglio, io li avrò.) ILARIO ...che son bellissimi. CORBOLO (Son nostri.) ILARIO Belli a posta lor: mi piaceono Molto piú questi denar. CORBOLO (È impossibile Che non stia forte.) ILARIO Almen non avrò dubbio Che 'l giudice alle fosse me li scortichi. EGANO Fêste bene. quest'è la via. potendovi Far piacer, commandatemi. ILARIO A Dio, Egano. CORBOLO (La quaglia è sotto la rete; io vo' correre Inanzi, e far ch'ella s'appanni, e prendasi.) Io non so che mi far, dove mi volgere, Poi che non c'è il patron. ILARIO (Oh! che può essere Questo?) CORBOLO E che accadea partirsi a Flavio? ILARIO (Questa fia qualche cosa dispiacevole.) CORBOLO Molto era meglio aver scritto una lettera Al patre, e aver mandato un messo súbito... ILARIO (Ohimè, occorsa sarà qualche disgrazia!) CORBOLO ...Ch'andarvi egli in persona. ILARIO (Che può essere?) CORBOLO Meglio era ch'egli stesso il fêsse intendere Al duca. ILARIO (Dio m'aiuti!) CORBOLO Come Ilario Lo sa, verrà volando a casa. ILARIO Corbolo! CORBOLO Non lo vorrà patire, e farà il diavolo. ILARIO Corbolo! CORBOLO Ma che farà anch'egli? ILARIO Corbolo! CORBOLO Chi mi chiama? O patron! ILARIO Che c'è? CORBOLO V'ha Flavio Scontrato? ILARIO Ch'è di lui? CORBOLO Non eran dodici Ore, ch'uscí de la cittade, e dissemi Che veniva a trovarvi. ILARIO Che importanzia C'era? CORBOLO Voi non sapete a che pericolo, Egli sia stato! ILARIO Pericolo? Narrami: Che gli è accaduto? CORBOLO Può dir, padron, d'essere Un'altra volta nato: quasi morto lo Hanno alcuni giottoni; pur, Dio grazia, Il male... ILARIO Ha dunque mal? CORBOLO Non di pericolo. ILARIO Che pazzia è stata la sua di venirsene In villa, s'egli ha male, o grande o picciolo? CORBOLO L'andare a questo mal suo non può nuocere. ILARIO Come non? CORBOLO Non, vi dico; anzi piú agile Ne fia. ILARIO Dimmi: è ferito? CORBOLO Sí, e difficile- mente potrà guarir; non già che sanguini La piaga... ILARIO Ohimè, io son morto! CORBOLO Ma intendetemi Dove. ILARIO Di'. CORBOLO Non nel capo, non ne gli omeri, Non nel petto o ne' fianchi. ILARIO Dove? spacciala. Pur ha mal? CORBOLO N'ha pur troppo, e rincrescevole. ILARIO Esser non può ch'egli non stia gravissimo. CORBOLO Anzi troppo leggiero. ILARIO Oh, tu mi strazii! Ha male o non ha mal? Chi ti può intendere? CORBOLO Vel dirò. ILARIO Di' in mal punto. CORBOLO Udite. ILARIO Séguita. CORBOLO Non è ferito nel corpo. ILARIO Ne l'anima Dunque? CORBOLO È ferito in una cosa simile. Flavio con una brigata di giovani Si trovò iersera a cena; e a me, andandovi, Disse che, come cinque ore suonavano, Andassi a tôrlo con lume; ma (rendere Non ne so la cagion) prima che fossero Le quattro, si partí, e solo venendone, E senza lume, come fu a quei portici Che al dirimpetto son di Santo Stefano, Fu circondato da quattro, et aveano Arme d'asta, ch'assai colpi gli trassero. ILARIO E non l'hanno ferito? Oh che pericolo! CORBOLO Com'è piaciuto a Dio, mai non lo colsero Ne la persona. ILARIO O Dio, te ne ringrazio. CORBOLO Egli voltò loro le spalle, e messesi, Quanto piú andar poteano i piedi, a correre. Un gli trasse alla testa. ILARIO Ohimè! CORBOLO Ma colselo Ne la medaglia d'or ch'aveva, e caddegli La berretta. ILARIO E perdella? CORBOLO Non: la tolsero Quelli ribaldi. ILARIO E non gliela renderono? CORBOLO Renderon, eh? ILARIO Mi costò piú di dodici Ducati coi pontal d'oro che v'erano. Lodato Dio, che peggio non gli fecero. CORBOLO La roba fra le gambe aviluppandosi, Che gli cadea da un lato, fu per metterlo Tre volte o quattro in terra; al fin, gettandola Con ambedue le mani, sviluppossene. ILARIO Insomma l'ha perduta? CORBOLO Pur la tolsero Quei ladroncelli ancora. ILARIO E se la tolsero Quei ladroncelli, non ti par che Flavio L'abbia perduta? CORBOLO Non credea che perdere Si dicesse alle cose ch'altri trovano. ILARIO Oh, tu sei grosso! mi vien con la fodera Ottanta scudi. In somma, non è Flavio Ferito? CORBOLO Non, ne la persona. ILARIO U' diavolo In altra parte ferir lo poteano? CORBOLO Ne la mente: che si pon gran fastidio, Pensando, oltr'al suo danno, alla molestia Che voi ne sentirete risapendolo. ILARIO Vide chi fusser quei che l'assalirono? CORBOLO Non, che la gran paura, e l'oscurissima Notte non gli ne lasciò alcun conoscere. ILARIO Por si può al libro de l'uscita. CORBOLO Temone. ILARIO Frasca! perché non t'aspettar, dovendolo Tu gire a tôr? CORBOLO Vedete pur... ILARIO Ma un asino Sei tu però, che non fosti sollecito Ad ir per lui. CORBOLO Cotesto è il vostro solito: Me de gli errori suoi sempre riprendere. Aspettar mi dovea, o non volendomi Aspettar, tôr compagnia, che sarebbono Tutti con lui venuti, dimandandoli. Ma non si perda tempo: ora prendeteci, Padron, che 'l male è fresco, alcun rimedio. ILARIO Rimedio? E che rimedio poss'io prenderci? CORBOLO Parlate al podestade, a i segretarii, E se sarà bisogno, al Duca proprio. ILARIO E che diavolo vuoi che me ne facciano? CORBOLO Faccian far gride. ILARIO Acciò ch'oltre alla perdita Sia il biasmo ancora. Non direbbe il populo Che colto solo e senza armi l'avessino, Ma che assalito a paro a paro, e toltogli Di patto l'armi e li panni gli fossero Stati. Or sia ancor ch'io vada al duca, e contigli Il caso; che farà, se non rimettermi Al podestade? E 'l podestade subito M'avrà gli occhi alle mani; e non vedendoci L'offerta, mostrerà che da far abbia Maggior faccende: e se non avrò indizii, O testimoni, mi terrà una bestia. Appresso, chi vuoi tu pensar che siano Li malfattori, se non li medesimi, Che per pigliar li malfattor si pagano? Col cavallier dei quali o contestabile, Il podestà fa a parte; e tutti rubano. CORBOLO Che s'ha dunque da far? ILARIO D'aver pazienzia. CORBOLO Flavio non l'avrà mai. ILARIO Converrà aversela, O voglia o non: poi ch'è campato, reputi Che gli abbia Dio fatto una bella grazia. Egli è fuor del timore e del pericolo Senz'altro mal; ma son io, che gravissima- Mente ferito ne la borsa sentomi. Mio è il danno, et io, non egli ha da dolersene. Una berretta gli farò far súbito, Com'era l'altra, e una roba onorevole; Ma non sarà già alcuno ch'a rimettere Mi venga ne la borsa la pecunia Ch'avrò speso, perch'egli non stia in perdita. CORBOLO Non saria buon che i rigattieri fossino Avisati, e gli Ebrei, che se venisseno Questi assassini ad impegnare o vendere Le robe, tanto a bada li tenessino, Che voi fosse avisato, sí che, andandovi, Le riavessi, e lor facessi prendere? ILARIO Cotesto piú giovar potria che nuocere; Pur non ci spero, che questi che prestano A usura, esser ribaldi non è dubbio; E quest'altri, che compran per rivendere, Son fraudolenti, e 'l ver mai non ti dicono; Né altre cose piú volentier pigliano De le rubate, perché comperandole Costan lor poco; e se danar vi prestano Sopra, fanno che mai non si riscuoteno. CORBOLO Avisiamoli pur: facciamo il debito Nostro noi. ILARIO Se 'l ti par, va' dunque, avisali.
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