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Opere pubblicate: 19994
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Info sull'Opera
Corbolo solo. CORBOLO Or ho di due faccende fatto prospera- mente una, e con satisfazione d'animo, Che 'l cappone e i fagiani grassi e teneri Son riusciti, e 'l pan buono, e 'l vin ottimo; Non cessa tuttavia lodarmi Flavio Per uom, che 'l suo danaio sappia spendere. Farò ancor l'altra, ma non con quel gaudio C'ho fatto questa: m'è troppo difficile Ch'io vegga a costui spendere, anzi perdere Venticinque fiorini, e ch'io lo toleri. Facile è 'l tôr: sta la fatica al rendere. Come farà non so, se non fa vendita De i panni al fin; ma se i panni si vendono (Che so ch'a lungo andar nol potrà ascondere Al padre), li rumori, i gridi, i strepiti Si sentiran per tutto, e sta a pericolo D'esser cacciato di casa. Or l'astuzia Bisognaria d'un servo, quale fingere Vedut'ho talor ne le comedie, Che questa somma con fraude e fallacia Sapesse del borsel del vecchio mungere. Deh, se ben io non son Davo né Sosia, Se ben non nacqui fra Geti né in Siria, Non ho in questa testaccia anch'io malizia? Non saprò ordir un giunto anch'io, ch'a tessere Abbia Fortuna poi, la qual propizia (Come si dice) a gli audaci suol essere? Ma che farò, che con un vecchio credulo Non ho a far, qual a suo modo Terenzio O Plauto suol Cremete o Simon fingere? Ma quanto egli è piú cauto, maggior gloria Non è la mia, s'io lo piglio alla trappola? Ieri andò in nave a Sabioncello, e aspettasi Questa matina: convien ch'io mi prépari Di quel c'ho a dir, come lo vegga. Or eccolo A punto! questo è un tratto di comedia: Che nominarlo, et egli in capo giungere De la contrada, è in un tempo medesimo. Ma non vo' che mi vegga prima ch'abbi la Rete tesa, dove oggi spero involgerlo.
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