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Opere pubblicate: 19994
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Info sull'Opera
Flavio, Lena, Corbolo FLAVIO Buon dí, Lena, buon dí. LENA Saria piú proprio Dir buona notte. Oh molto sei sollecito! CORBOLO Risalutar ben lo dovevi, et essere Piú cortese. LENA Con buoni effetti vogliolo Risalutar, non con parole inutili. FLAVIO So ben che 'l mio buon dí sta nel tuo arbitrio. LENA E 'l mio nel tuo. CORBOLO Anch'io il mio nel tuo mettere Vorrei. LENA O che guadagno! Dimmi, Flavio: Hai tu quella faccenda? CORBOLO Ben puoi credere Che non saria venuto, non avendola. Vi so dir che l'ha bella e bene in ordine. LENA Non gli dico di quella; ma dimandogli S'egli arreca danar. FLAVIO Credea arrecarteli Per certo... LENA Tu credevi? Mal principio Cotesto! FLAVIO ... ch'un amico mio servirmene Dovea fin ieri, e poi mi fece intendere Iersera, ch'era già notte, che darmeli Farebbe oggi o doman senza alcun dubbio. Ma sta sopra di me: doman non fieno Vent'ore, che gli avrai. LENA Diman, avendoli, Farò che l'altro dí, a questa medesima Ora, entrarai qua dentro. In tanto renditi Certo di star di fuora. FLAVIO Lena, reputa D'averli. LENA Pur parole, Flavio: reputa Ch'io non son, senza danari, per crederti. FLAVIO Ti do la fede mia. LENA Saria mal cambio Tôr per danari la fede, che spendere Non si può; e questi, che i dazi riscuoteno, Fra le triste monete la bandiscono. CORBOLO Tu cianci, Lena, sí? LENA Non ciancio: dicogli Del miglior senno ch'io m'abbia. CORBOLO Può essere Che essendo bella, tu non sia piacevole Ancora? LENA O bella o brutta, il danno e l'utile È mio: non sarò almen sciocca, che volgere Mi lassi a ciancie. FLAVIO Mi sia testimonio Dio. LENA Testimonio non vo', che all'esamine Io non possa condur. CORBOLO Sí poco credito Abbiamo teco noi? LENA Non stia qui a perdere Tempo, ch'io gli conchiudo, ch'egli a mettere Non ha qua dentro il piede, se non vengono Prima questi danari, e l'uscio gli aprino. FLAVIO Tu temi ch'io te la freghi? CORBOLO Sí, fregala. Padron, che poi ti sarà piú piacevole. LENA Io non ho scesa. CORBOLO (Un randello di frassino Di due braccia ti freghi le spalle, asina!) LENA Io voglio, dico, danari, e non frottole. Sa ben che 'l patto è cosí; né dolersene Può. FLAVIO Tu di' il vero, Lena; ma può essere Che sii sí cruda, che mi vogli escludere Di casa tua? LENA Può esser che sí semplice Mi stimi, Flavio, che ti debba credere, Che in tanti dí, che siamo in questa pratica, Tu non avessi trovato, volendoli, Venticinque fiorini? Mai non mancano Danari alli par tuoi. Se non ne vogliono Prestar gli amici, alli sensali volgiti, Che sempre hanno tra man cento usurarii. Cotesta vesta di velluto spogliati, Levati la berretta, e all'Ebreo mandali, Che ben dell'altre robe hai da rimetterti. FLAVIO Facciàn, Lena, cosí: piglia in deposito Fino a doman questa roba, et impegnala Se, prima che doman venti ore suonino, Non ti do li danari, o fo arrecarteli Per costui. LENA Tu pur te ne spoglia, e mandala Ad impegnar tu stesso. FLAVIO Mi delibero Di compiacerti, e di farti conoscere Che gabbar non ti voglio. Piglia, Corbolo, Questa berretta e questa roba: aiutami, Che la non vada in terra. CORBOLO Che, vuoi trartela? FLAVIO La vo' ogni modo satisfar; che diavolo Fia? CORBOLO Or vadan tutti li beccai e impicchinsi, Che nessun ben come la Lena scortica. FLAVIO Voglio che fra le quindici e le sedici Ore, da parte mia, tu vada a Giulio, E che lo preghi che mi trovi subito Chi sopra questi miei panni m'accommodi De li danar che sa che mi bisognano. E se ti desse una lunga, rivolgiti Al banco de' Sabbioni, e quivi impegnali Venticinque fiorini; e come avuto li Abbi, o da un luogo o da un altro, qui arrecali. CORBOLO E tu starai spogliato? FLAVIO Che piú? Portami Un cappino e un saion di panno. LENA Spacciala; Che ancor ch'egli entri qui, non ha da credere Ch'io voglia che di qua passi la giovane, Prima che li contanti non mi annoveri. FLAVIO Entrarò dunque in casa. LENA Sí ben, entraci; Ma con la condizion ch'io ti specifico.
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