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Opere pubblicate: 19994
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Info sull'Opera
Corbolo, Flavio
CORBOLO Flavio, se la dimanda è però lecita, Dimmi: ove vai sí per tempo? che suonano Pur ora i matutini; né debbe essere Senza cagion, che ti sei con tal studio Vestito e ben ornato, e come bossolo Di spezie tutto ti sento odorifero. FLAVIO Io vo qui, dove il mio Signor gratissimo, Amor mi mena, a pascere i famelici Occhi d'una bellezza incomparabile. CORBOLO E che bellezza vuoi tu in queste tenebre Veder? Se forse veder non desideri La stella amata da Martin d'Amelia; Ma né quella anco di levarsi e solita Cosí per tempo. FLAVIO Né cotesta, Corbolo, Né stella altra del cielo, né il sol proprio, Luce quanto i begli occhi di Licinia. CORBOLO Né gli occhi de la gatta; questo aggiungere Dovevi ancora: che saria piú simile Comparazion, perché son occhi, e lucono. FLAVIO Il malanno che Dio te dia, che cómpari Gli occhi d'animal bruto a lumi angelici! CORBOLO Gli occhi di Cuchiolin piú confarebbonsi, Di Sabbatino, Marïano e simili, Quando di Gorgadello ubriachi escono. FLAVIO Deh, va' in malora! CORBOLO Anzi in buon'ora a stendermi Nel letto, et a fornire un suavissimo Sonno che tu m'hai rotto. FLAVIO Or vien qua et odimi, E pon da lato queste sciocche arguzie. Corbol, che sempre abbia avuta grandissima Fede in te, te ne sei potuto accorgere A molti segni; ma maggiore indizio Ch'io te n'abbia ancor dato, son per dartene Ora, volendo farti consapevole D'un mio segreto di tale importanzia Che la roba vorrei, l'onore e l'anima Perder prima che udir che fusse publico. E perché credo aver de la tua opera Bisogno in questo, ti vo' far intendere Che a patto alcun non te ne vo' richiedere, Se prima di tacerlo non mi t'oblighi. CORBOLO Non accade usar meco questo prologo: Che tu sai ben per qualche esperïenzia, Ch'ove sia di bisogno so star tacito. FLAVIO Or odi: io so che sai, senza ch'io 'l replichi, Ch'amo Licinia, figliuola di Fazio Nostro vicino, e che da lei rendutomi È il cambio; che piú volte testimonio Alle parole, ai sospiri, alle lacrime Sei stato, quando abbiamo auto commoda Di parlarci, stando ella a quella picciola Finestra, io ne la strada; ne mancatoci È mai, se non il luogo, a dar rimedio A' nostri affanni. Il quale ella mostratomi Ha finalmente, che fare amicizia M'ha fatto con la moglie di Pacifico, La Lena: questa che qui a lato si abita, Che le ha insegnato da fanciulla a leggere Et a cucire; e séguita insegnandole Far trapunti, riccami, e cose simili: E tutto il dí Licinia, fin che suonino Ventiquattr'ore, è seco, sí che facile- mente, e senza ch'alcun possa avedersene, La Lena mi potrà por con la giovane. E lo vuol fare, e darci oggi principio Intende: e perché li vicin, vedendomi Entrar, potriano alcun sospetto prendere, Vuol ch'io v'entri di notte. CORBOLO È convenevole. FLAVIO Verrà a suo acconcio e tornerà la giovane, Come andarvi e tornarne ogni dí è solita. Ma non me ne son oggi io piú per muovere Insin a notte. Questa notte tacita- mente uscironne. CORBOLO Con che modo volgere Hai potuto la moglie di Pacifico, Che ruffiana ti sia de la discepola? FLAVIO Disposta l'ho con quel mezzo medesimo Con che piú salde menti si dispongono A dar le rocche, le città, gli eserciti, E talor le persone de' lor principi: Con denari; del qual mezzo il piú facile Non si potrebbe trovar. Ho promessole Venticinque fiorini, et arrecarglieli Ora meco dovea, perché riceverli Anch'io credea da Giulio, che promessomi Li avea dar ieri, e m'ha tenuto all'ultimo. Iersera poi ben tardi mi fe' intendere Che non me li dava egli, ma servirmene Facea da un suo, senza pagargliene utile Per quattro mesi; ma dovendo darmeli Quel suo, voleva il pegno, il qual sí subito Non sapendo io trovare, e già avend'ordine Di venir qui, non ho voluto romperlo, E son venuto; ancor ch'io stia con animo Molto dubbioso se mi vorrà credere La Lena, pur mi sforzarò, dicendole Come ita sia la cosa, che stia tacita Fino a diman. CORBOLO Se ti crede, fia un'opera Santa che tu l'inganni. Porca! ch'ardere La possa il fuoco! Non ha conscïenzia, Di chi si fida in lei la figlia vendere! FLAVIO E che sai tu che ragione non abbia? Acciò tu intenda, questo vecchio misero Le ha voluto già bene, e il desiderio Suo molte volte n'ha avuto. CORBOLO Miracolo! Gli è forse il primo! FLAVIO Ben credo, patendolo Il marito, o fingendo non accorgersi. Imperò che piú e piú volte Fazio Gli ha promesso pagar tutti i suoi debiti, Perché il meschin non ardisce di mettere Piè fuor di casa, acciò che non lo facciano Li creditori suoi marcire in carcere; E quando attener debbe, niega il perfido D'aver promesso, e dice: - Dovrebbe esservi Assai d'aver la casa, e non pagarmene Pigione alcuna -; come nulla meriti Ella de l'insegnar che fa a Licinia! CORBOLO Veramente se fin qui nulla merita, Meritarà per l'avvenir, volendole Insegnar un lavoro il piú piacevole Che far si possa, di menar le calcole E batter fisso. Ella ha ragion da vendere. FLAVIO Abbia torto o ragion, ch'ho da curarmene? Poi che mi fa piacer, le ho d'aver obligo. Or quel che da te voglio, è che mi comperi Fin a tre paia o di quaglie o di tortore; E quando aver tu non ne possa, pigliami Due paia di piccioni, e fagli cuocere Arrosto, e fammi un cappon grasso mettere Lesso: e gli arreca ad ora convenevole, E con buon pane e meglior vino; e siati A cuor ch'abbian da bere in abondanzia. Questo è un fiorino, te': non me ne rendere Danaio in dietro. CORBOLO Il ricordo è superfluo. FLAVIO Io vo' far segno alla Lena. CORBOLO Sí, faglilo, Ma su la faccia, che per Dio lo merita. FLAVIO Perché, se mi fa bene, ho io da offenderla? CORBOLO Il farti ella suonar, come un bel cembalo, Di venticinque fiorini, tu nomini Bene? Ma dimmi: ove sarà, pigliandoli Tu in presto, poi provision di renderli? FLAVIO Ho quattro mesi da pensarci termine; Che sai che possa in questo mezzo nascere? Non potrebbe morir, prima che fossero Li tre, mio padre? CORBOLO Sí; ma potria vivere Ancor: se vive, come è piú credibile, Che modo avrai di pagar questo debito? FLAVIO Non verrai tu sempre a prestarmi un'opera, Che gli vorrò far un fiocco? CORBOLO Te n'offero Piú di diece. FLAVIO Ma sento che l'uscio aprono. CORBOLO E tu aprir loro il borsello apparecchiati.
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