| FILIPPO LA PORTA
DIARIO DI UN PATRIOTA PERPLESSO NEGLI USA
In libreria dal 24 aprile
Prezzo € 9,00 - pag. 144 – collana Assolo
Quand’è che ci sentiamo più italiani, quando indossiamo una giacca Armani o quando leggiamo Dante? Come mai un americano ha rispetto per la propria bandiera, mentre a noi italiani il tricolore non ci commuove tanto? Funziona meglio una società con regole rigide, anonime, condivise, come quella americana o una società flessibile, dove si cerca anzitutto di risolvere i problemi, in una continua deroga, come avviene da noi? E ancora: gli italiani sono davvero riformabili, correggibili? Ed è giusto auspicare una cosa del genere? Questi alcuni interrogativi su cui un “patriota perplesso”
ha rimuginato durante un soggiorno negli Stati Uniti. Se davvero ciò che unisce gli italiani non è un patto sociale o una tradizione militare o la lealtà allo stato ma l’amore per la bellezza, come pensava Carlo Levi, oggi questo amore va dimostrato di nuovo. Il patriottismo può essere declinato anche attraverso la difesa del paesaggio o un comportamento civicamente responsabile.
In una puntata dei Simpson ambientata nel Bel Paese, dove il paesaggio è luminoso e ha contorni rifiniti, sopra la fabbrica automobilistica Lamborgotti campeggia beffarda la scritta: “Per chi non ha veramente niente dentro!”. Cos’è allora questo “amore per la bellezza” che può definirci e darci un
nuovo senso della patria? L’eccellenza nella moda, design, pubblicità, oppure qualcosa di più, uno stile di vita “bello”, per chi dentro di sé ha ancora qualcosa.
Filippo La Porta è nato a Roma nel 1952. Saggista e critico letterario, collabora con L’Unità, La Repubblica, il Corriere della Sera, Il Manifesto e numerose altre testate. È inoltre autore di Maestri irregolari (Bollati Boringhieri 2007), Dizionario della critica militante, con Giuseppe Leonelli (Bompiani 2007), La nuova narrativa italiana. Travestimenti e stili di fine secolo (Bollati Boringhieri 1999), Manuale di scrittura creatina. Per un antidoping della letteratura (Minimum Fax 1999), Narratori di un sud disperso. Cantastorie in un mondo senza storie (L’Ancora del Mediterraneo 2000). |