| Il Ramo d'Oro
Centro d'arte e cultura
Via Omodeo, 124, 80128, Napoli, Italy
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http://galleries.absolutearts.com/galleries/ilramodoro/
Inaugurazione sabato 1 / 3 /2008 alle ore 18 con intervento di Domenico Raio . Sabato 8/3/2008 ore 18 performance dell'attore Roberto Albin. La mostra sara' visitabile tutti i giorni tranne il giovedi dalle 16 alle 20 fino al 16/3/2008 .
Il tempo fatto di simboli, numeri, rimandi astrologici e cabalistici di Giuseppe Di Franco, la dimensione frammentata e atopica dell'erranza di Marilena Mercogliano. Due personali che sono ricerca intima e colta delle dimensioni fondanti della nostra sensibilità. Ricerca inevitabilmente soggettiva delle strutture della nostra percezione e tuttavia tesa nello sforzo di comunicare e coinvolgere attraverso rimandi a una tradizione culturale condivisa e citazioni iconiche. Operazioni che sono un invito a superare la superficie della percezione per andare alla ricerca delle strutture fondanti del nostro esperire.
Vincenzo Montella
Giuseppe Di Franco: Il tempo nell’Esasperatismo.
Il nostro tempo è caratterizzato da forti contraddizioni e da conflitti fra uomo e uomo, uomo e natura, uomo e macchina che coinvolgono e mettono seriamente a rischio la vita del nostro pianeta. Mi è sembrato pertanto interessante, come aderente al movimento artistico “Esasperatismo- Logos & Bidone” fondato a Napoli da A. Giuliani nell'anno 2000, effettuare una ricerca sul tempo che ho rappresentato con le ore, i cicli stagionali, l'alfa e l'omega- ovvero l'inizio e la fine del tempo- e con un' elettroscultura intitolata : “La macchina del tempo”. Nelle opere in mostra la spirale rappresenta il principio organizzatore, il “logos” che allude alla ri-flessione e al ripensamento della modalità di vita esasperata;le pittosculture su di essa imperniate rimandano al “bidone”contenitore della vita e della consapevolezza ecologica.
Marilena Mercogliano: La bacheca del mio altrove
Mantenendo il fine della consistenza dell'essere, si tratta di cogliere, attraverso, prevalentemente la tecnica del collage, la condizione dell'erranza. E' come se le immagini, ricreate ed in post-produzione, esigessero non tanto profondità e/o movimento addirittura, quanto una sorta di messa in cammino semplicemente, attraverso il vorticare del frammento. Qui non vi sono “stelle danzanti” ma ciò che vi è francamente leggibile è “un caos calmo”, altamente arbitrario, non necessariamente artistico, ma distratto da una tenace convinzione. L'universo del visibile va non solo colto ma attraversato spesso lungo sentieri interrotti |