| Cenni biografici
Antonio Porta – in arte Antonio Mario Porta – nasce a Milano nel 1964. Ha pubblicato poesie, tratte dalle personali raccolte “Prime note” e “Dune verso Pianeti”, su quotidiani e riviste. Nel suo libro “Terapia della Terra – in sette punti (Aletti Editore, 2007), attraverso la narrazione, egli propone azioni politiche <<per dare alla Terra, disposta finalmente alla scienza, la possibilità di un giro in più>>: la produzione di energia a livello domestico, l’interramento dei risultati della combustione fossile, e altro ancora. Ispirato, se così si può dire, dal suo amico barbiere Ferruccio, Antonio Porta narra e disserta, studia e propone una terapia per migliorare e guarire la Terra. Lo presenta Paolo Senni, con una breve nota introduttiva e una scelta di brani dal libro.
Breve presentazione di TERAPIA DELLA TERRA – in sette punti –
In sette punti il pensiero di Antonio Porta per guarirla
UNA CURA PENSATA DA UN INFORMATICO E DAL SUO AMICO BARBIERE FERRUCCIO
Dire che Porta è uno scrittore estroso è molto poco, ma può essere un modo giusto per cominciare. Dunque il nostro Porta e il suo amico barbiere Ferruccio sono cittadini un po’ incazzati. Amano la Terra in ogni minima parte. Hanno i sensi all’erta. Vedono e osservano. Sono bene informati sui grandi problemi ecologici, su Kyoto, sulle lobbies, sul rapporto fra scienza e politica. Si pongono il problema di come si possa realizzare una politica ecologica universale. Amano far sera chiacchierando. La bottega di Ferruccio fa pensare ad una specola. Non ne possono più. Porta ha un figlio piccolo. Pensa al suo domani. Che Terra gli lascerà? Sono però dotati di fantasia e di acume. Sono smagati. Non credono che la gente, il popolo, noi possiamo cambiare la testa in tempi brevi. Porta ha studiato e ama la fisica. Crede da scettico nella scienza. Ferruccio ci mette il buon senso. Amano “gli uovi di colombo”. Ecco scaturirne questo libretto denso di sarcasmi, paradossi, ironia, idee semplici tradotte in ipotesi realizzabili, amore per Bologna, passione civile, splendide digressioni, lamentazioni, invettive, pacati ragionamenti, buon umore, speranza, voglia di ordine e buon governo.
Le atmosfere sono di conseguenza svariate e il piglio a volte calviniano: incontriamo Marcovaldo, l’autobiografia del “Congedo dai genitori”, lo “strampalato” provocatorio di Troisi, i miti europei filtrati dall’amore per l’oriente più volte dichiarato, il lirico-onirico nella conclusiva Breve leggenda di “Adema ed Avo”, con cui Porta ci saluta.
Alcuni brani
Non lo nascondiamo, Ferruccio ed io siamo interventisti, non c’è dubbio alcuno. Odiamo per indole lasciare che il fato scivoli sopra di noi e scorra via. Ci autodeterminiamo, siamo “proattivi”, come si dice ultimamente, anche se solo teoricamente, diciamo intellettualmente attivi.
È ormai risaputo che l’inquinamento da riscaldamento è la principale fonte di inquinamento alle bassissime altitudini, per intenderci quelle dove viviamo noi. Risolvere o quantomeno ridurre drasticamente le emissioni causate dal riscaldamento, ci farebbe surclassare Kyoto in due o tre anni, ci metterei tranquillamente la firma, è inevitabile, lo potrei dimostrare. Un abbattitore riduce di un buon trenta/quaranta per cento le sostanze inquinanti, in particolare quelle più dannose, le più voluminose, le più pesanti, quelle solide, le polveri fini, se ve ne sono. I proprietari immobiliari, piccoli e grandi, crediamo affronterebbero volentieri questa sfida, se posta loro come tale, e se magari comportasse sgravi o benefici di altro genere come contropartita. Siamo tutti ambientalisti ed ecologisti, in privato. Un’azione politica in tal senso non crediamo non determinerebbe consenso. Ne siamo fermamente convinti, Ferruccio ed io, in questa Bologna grassa e crassa, opulenta, faccio fatica perfino a scriverlo, Bologna dalle luci basse, dalle nubi basse, leggere, leggere come la nebbia, la nebbia, già, è la nebbia che ci avvolge in questa Bologna lussureggiante, ascosa, palpitante eppure fredda, sotto ai portici che hanno il fascino delle cose grandiose fatte dall’Umanità nei secoli, ma che purtroppo hanno anche, incolpevoli, la maestria di trattenere gelosamente i fumi di scarico dei mezzi a motore, unicamente per la loro conformazione geometrica solida nello spazio, a cappello, a cappella, ad antro a cornice o galleria, come sono. Insomma pochi sanno che a Bologna la percentuale di piombo misurata nel sangue dei cittadini, al mondo è seconda solo a quella degli abitanti di Los Angeles, una delle città più inquinate del Globo, dove ogni tanto la mattina il sindaco vieta ai bambini di andare a scuola, perchè fuori, all’aperto, non si respira! Gli splendidi portici tra le arcate dei quali d’estate penetrano i raggi del sole, come a trafiggere un gigante vacuo e vuoto, in linea retta come sa mostrarsi la luce del sole, talvolta, formando scenari da sogno, ventagli di luce colorata; gli amati, amanti, portici di Bologna, cantati e blasonati, fanno banalmente da cappa “natural–architettonica” ai gas di scarico dei camion e delle automobili che di giorno in particolare invadono la mia terra, la mia strada, la mia città, relegandomi, discriminandomi, non è forse così? Non resisterò alla battaglia contro tali mostri maligni della modernità, mai! Non è possibile rassegnarsi a vedere la terra “tombata” d’asfalto, costantemente percorsa da ecomostri in movimento, bombe di latta destinata alla ruggine; siamo seri, quanti migliori automezzi, ognuno di noi, sarebbe in grado di progettare e financo realizzare? Sogno strade verdi di semplice erba e di riuscire a staccarci prima o poi, finalmente, dal suolo terrestre, sul quale come formiche impazzite ci agitiamo, ci agitiamo... Sogno un tempo diverso per questo tempo.
Il punto primo della terapia prevede l’adozione e il lancio in atmosfera di un arsenale di bombe ecologiche, con il preciso intento di reintegrare dove è stato tolto – ozono in particolare – ed eliminare dove è stato immesso in eccedenza – principalmente anidride carbonica.
Il punto secondo prevede l’imposizione alle compagnie aeree di utilizzare esclusivamente biocarburanti da coltivazioni agricole, analizzando e verificando le conseguenze dei prodotti comunque liberati in termini d’impatto ambientale a quelle altitudini.
Punto terzo: interramento profondo della totalità dei risultati della combustione fossile per quanto alla grande produzione di energia in siti determinati quali idonei allo scopo, principalmente in termini di sicurezza – geosequestration.
Punto quinto e sesto: si fa obbligo della dotazione, per i camini di ogni costruzione civile non solo ad uso abitativo, di dispositivi per l’abbattimento dei fumi, con l’adozione della tecnica nota come “abbattimento a pioggia”, prevedendo il relativo impianto idraulico e i serbatoi per la gestione del flusso delle acque in ingresso e in uscita dal sistema.
-Prof. Paolo Senni Guidotti Magnani-
"L'alfabeto di Atlantide" rubrica de "Il Domani" inserto de "La Stampa" - Sezione cultura-
3 febbraio 2008
vai a leggere la presentazione del libro
http://www.paroleinfuga.it/display-text.asp?IDopera=40316
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