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Opere pubblicate: 19989
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Info sull'Opera
LOCATION
Il monumentale complesso del Collegio dei Gesuiti, occupa una vasta area sul pendio della collina di Monte Vergine. La fabbrica, estesa lungo l’asse est – ovest, è delimitata a est da via dei Crociferi, a nord da via dei Gesuiti, a ovest da via Marino, a sud da via della Mecca, Piazza Asmundo e via S. Benedetto. L’accesso si apre sull’affaccio principale dell’edificio, al numero 17 di via dei Crociferi. Le opere di ricostruzione del Complesso, iniziate nel 1697, a quattro anni di distanza dal terremoto che distrusse la città, proseguirono sino al 1767 quando i Gesuiti furono colpiti dal provvedimento di espulsione dalla Sicilia, emesso dal governo borbonico. Requisiti i beni dell’Ordine, il Collegio fu adibito nel 1778 a Casa di Educazione, trasformata nel 1830 in Regio Ospizio di Beneficenza. Dal 1969 la struttura ospita l'Istituto Statale d'Arte. La struttura architettonica è costituita da quattro corpi di fabbrica, ciascuno dei quali recinge una corte. La Notte Bianca si svolgerà nella prima delle quattro corti, in quella che secondo le regole dell’Ordine, il “modo nostro” nella dizione gesuitica, erano gli edifici della scuola e delle congregazioni, l’Area scholarum. SCHEDE ARTISTI ROSARIO ANTOCI è nato nel 1966. E’ docente di Anatomia Artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. Consegue il diploma di Maturità d’Arte, presso l’Istituto Statale d’Arte di Comiso nel 1986 e, quattro anni dopo, il diploma nel corso di Scultura, presso l’accademia di Belle Arti di Firenze. Negli anni fiorentini è affascinato dalla scultura di Henry Moore, di Brancusi e di Giacometti e della scoperta dell’Arte Povera, e della Land Art. I suoi primi lavori hanno risentito molto dell’influenza della “scultura organica” e le sue prime istallazioni di grande formato realizzate assemblando cemento, malte, resine e fibre di vetro, costituiscono la serie dei silent gardens. In anni più recenti sposta definitivamente il pensiero creativo verso nature ambientali opposte e coesistenti. Le indaga con l’obiettivo fotografico, scoprendone la veste di natura/architettura sottraendo sempre più materia a vantaggio del pensiero carico di contenuti. Sembra così superata definitivamente dall’artista, la fascinazione per i linguaggi materici e la poetica dei contemporanei: Tony Cragg e Giuseppe Penone, a vantaggio di distanze critiche che rendono unica la sua opera. ASSOCIAZIONE DOCUMENTA/OSSERVATORIO DELLE TRADIZIONI POPOLARI (opere/video di Alessandro Aiello/Giuseppe Di Maio/Angelo Di Cataldo, Zoltan Fazekas, Sebastiano Pennisi) L'ASSOCIAZIONE DOCUMENTA, fondata a Catania nel Maggio 2003, nasce da un gruppo di lavoro costituito da Alessandro Aiello, Angelo Di Cataldo e Giuseppe Di Maio che hanno in passato maturato esperienze sia nel campo del Cinema e Video di ricerca e nel Radiodramma che in quella dell'organizzazione di eventi. Documenta si propone come primo obiettivo la realizzazione di documentari di taglio etno-antropologico che riguardino la Sicilia, la costituzione di un Archivio con registrazioni sia video che sonore e progetti di formazione didattica. La struttura intende portare avanti un lavoro continuo di ricerca sul territorio, al fine di individuare, valorizzare e diffondere attraverso i Festival e canali televisivi nazionali e stranieri (anche per conto di strutture e Istituzioni pubbliche) tutte quelle realtà del patrimonio siciliano che presentino particolari motivi di interesse storico, artistico, sociale e che stiano per scomparire. Il primo Documentario realizzato e prodotto da Documenta è "Di Luni S'Accumincia Lu Ran Chiantu", a tutt'oggi l'unico Documentario sul canto devozionale nella Settimana Santa; Documenta è attualmente al lavoro su un' altra opera inedita: un Reportage sul bastone siciliano, antica e misteriosa arte marziale che risale al 1200.L'Associazione Documenta collabora con la Nastroteca Regionale Siciliana. I registi, vengono da esperienze diverse, ma nella ricerca documentaristica, hanno trovato stimoli di collaborazione e di creazione, che li ha portati in poco tempo alla produzione del suddetto documentario "Di Luni s'accumincia lu ran chiantu" documentario sui Lamenti del Venerdì Santo in Sicilia, loro opera prima come gruppo "Documenta". Alessandro Aiello - Regista: cortometraggi e radiodrammi - nato a CATANIA 27.03.1961 Angelo Di Cataldo - Appassionato di Storia delle Tradizioni Popolari - nato a CATANIA 14.10.1957 Giuseppe Di Maio - Esperto di didattica audiovisiva e Direttore di Produzione - nato a SIRACUSA 23.05.1964 "DI LUNI S'ACCOMINCIA LU RAN CHIANTU" - 2004 - 48:00 un documentario di Alessandro Aiello/Giuseppe Di Maio/Angelo Di Cataldo. Il Documentario sulle Lamentazioni della Settimana Santa ci ha dato la possibilità di esplorare un territorio dell'anima straordinariamente vitale e ricco di motivi, linea di confine tra la Chiesa ufficiale e uomini che da decenni manifestano l'esigenza di un rapporto diretto con Dio e con la Religione. Tutti i canti rivisitano lo stesso tema religioso: la Passione di Cristo, ogni volta rivissuta in un'esperienza di religiosità istintiva che talvolta entra in contrasto con il sentire espresso dalla liturgia ufficiale. Fin dai nostri primi approcci con le confraternite e quindi con i cori abbiamo compreso come questi riti paraliturgici di natura arcaica, partiture non scritte ma al tempo stesso d'altissima tecnica musicale, tramandate oralmente di generazione in generazione, rappresentassero anche la speranza, l'aggregazione sociale, la difesa di identità e valori che la Sicilia moderna sta in parte consegnando all' omologazione culturale. Nel corso del Documentario si susseguono, inframezzate dalle testimonianze dei cantori, interviste ad eminenti Antropologi (Elsa Guggino, Orietta Sorgi), musicologi e musicisti(Giovanni Geraci, i Fratelli Mancuso) che ricostruiscono il contesto musicale, storico e sociale delle lamentazioni attestando lo straordinario valore che esse rappresentano per la cultura non soltanto siciliana. Alcuni dei volti e delle voci che abbiamo fermato con la nostra telecamera e con il nostro registratore audio digitale appartengono a persone che sono nel frattempo scomparse; è un ulteriore motivo per continuare ad archiviare e catalogare storia e memoria, continuare a realizzare documentari in una terra che è particolarmente ricca di contrasti tra tradizioni e riti che a fatica resistono al tempo; capiamo perfettamente il grande documentarista Robert Flaherty che pensava di rendere un servigio alla Storia ed al progresso dell'Uomo (e non solo al Cinema) filmando popoli e terre lontane che si rendeva conto non sarebbero sopravvissuti alle pellicole che li ritraevano. SE GLI OCCHI FIORISSERO - 2005 - 9:30 Regia: Zoltan Fazekas, Sebastiano Pennisi Riprese: Sebastiano Pennisi< Fotografie: Zoltan Fazekas Musica: Enrico Grassi Bertazzi, Enrico Sorbello, Johann Sebastian Bach Montaggio: Riccardo Guardone Materiale video aggiuntivo: Alessandro Aiello La saggezza e l’autenticità del mondo contadino di contro alla facile superficialità della società della mercificazione. Un gesto unico, un viso autentico, una frase semplice e poetica si contrappongono alla riproduzione meccanica e seriale. Esisteva una coltura e una cultura, che oggi rischiamo di perdere con distratta noncuranza tra gli scomparti dei supermercati. Noi stessi, chiusi nei carrelli del consumismo e nelle gabbie dell’edonismo, rischiamo di smarrire il senso di appartenenza alla terra e la memoria delle nostre radici. ROSARIO CINQUE fotografo siciliano. È autore di numerosi reportage in giro per il mondo. GIUSEPPE DIARA Nasce a Ragusa nel 1960. Da bambino abitava in un vecchio palazzo nel centro storico di Comiso, insieme ai genitori, la bisnonna e lo zio prof. Giuseppe Colombo (intimo amico di Salvatore Fiume), che arredò la casa coi suoi oli colorati con tinte nere e grigie. Fu sicuramente quell’ambiente, frequentato da molti amici dello zio, molti di questi insegnavano all’Istituto Statale d’Arte di Comiso, a far nascere l’amore per la pittura. Nel 1980, vinse il 1° premio di pittura “M. SS. Addolorata” - Comiso. Seguì nel 1981 la prima personale presso il circolo Cattolico “M.SS.Addolorata” - Comiso. Durante gli anni ‘80/’90, partecipa in diverse collettive organizzate da “Arte Club Comiso”. Nel 1999 conobbe il gallerista di Ragusa che nel 2001 lo invitò a collaborare con le gallerie “Ibiscus” e “Studio Nuova Figurazione” ove furono esposti degli oli (paesaggi, degrado, fiori). Nel 2003 sono state esposte alcune opere nella galleria “C. Beukers” – Rotterdam. Nello stesso anno un dipinto è stato venduto all’asta presso “Finante” – Roma, pubblicato sul catalogo “Arte Moderna e Contemporanea” del 13 novembre 2003. Dal 2005, collabora con il gallerista Giuseppe Lo Magno di Modica, che gli fece scoprire un nuovo mondo artistico, frequentato da illustri pittori, e lo invitò a partecipare alle mostre: “Kaos” al castello di Donnafugata – Ragusa, “Mediarte Palermo”, “Catania Artefiera” e “D’après” Galleria Lo Magno – Modica. Vive e lavora a Ragusa, con la moglie e le due figlie. GAETANO D'ALESSANDRO nato a Catania nel 1952, vive e lavora nella città etnea. Dal 24 ottobre all’11 novembre 2006 ha tenuto la sua prima mostra all’estero, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Madrid. In Sicilia ha partecipato a mostre personali e collettive. Gaetano D’Alessandro, artista autodidatta, ha approfondito notevolmente la conoscenza della storia dell’arte e delle tecniche artistiche grazie a numerosi viaggi in italia e all’estero, e importanti letture. Ciò gli ha permesso di elaborare uno stile assolutamente personale, ma in sintonia con le migliori ricerche artistiche contemporanee, facendolo uscire fuori dei tradizionali schemi dell’arte figurativa. In particolare, grazie alla formazione universitaria scientifica, ha potuto applicare proficuamente le sue conoscenze sui fenomeni ottici alla sua ricerca artistica. Davanti alle sue creazioni ci si accorge immediatamente della lunga gestazione che porta alla nascita di ogni singola tela. Si ha subito la sensazione che ciascun colore sia stato inserito in un certo punto e in un certo modo, perché solo quello era il luogo adatto. Nelle infinite varianti cromatiche questo artista ritrova la sua arte, che vive proprio del colore e dei rapporti“intimi” che quest’ultimo ha con la luce e che vengono rielaborati da ciascun individuo secondo principi ambientali, logici e culturali. Per sfruttare questi fenomeni egli ha studiato lungamente le possibilità tecniche offerte dall’uso dell’olio spatolato su tela, riuscendo a creare effetti cromatici di grande intensità. DOMENICO DI GENNI nasce a Termoli (Cb) il 23 giugno 1971. Inizia sin da giovanissimo a dedicarsi alla pittura frequentando lo studio di Guido Jannucci. Si iscrive all'istituto statale d'arte di Vasto (Ch) dove consegue il diploma in maestro d'arte. Successivamente si iscrive all'Accademia di belle arti di via Ricasoli a Firenze.Consegue il diploma di Pittura nel 1995,con una tesi sul gruppo "Forma 1" e sull'arte astratta italiana nel secondo dopo guerra. Nel 1996 si trasferisce a Milano dove si iscrive all'accademia di belle arti di Brera dove segue le lezioni di scultura di Giancarlo Marchese. In questi anni costituisce insieme ad altri artisti il gruppo "Itineraria" realizzando numerosi progetti di performance di scultura, istallazioni, attività didattiche, mostre del gruppo, che tutt'ora continua la sua attività in campo nazionale ed internazionale. Nel 1999 vince una borsa di studi dell' Akademie der kunst Weissensee a Berlino dove si trasferisce per un anno lavorando nel famoso studio di Montbijou park e seguendo lezioni di maestri dell'arte quali Sigmar Polke e di Gerard Ritcher all'accademia di Dusserdolf. Tornato in Italia si stabilisce a Firenze. Nel 2003 espone per la prima volta le sue opere oltreoceano a Miami nel prestigioso palazzo Brikell 2004 in Brikell avenue. Dal 2003 si trasferisce a Scerni in Abruzzo dove attualmente lavora. GABRIELLA FERRERA è un'artista siciliana, figlia d'arte, con una passione che l'accompagna da sempre: la moda. Una moda fatta non solo di abiti, stoffe e colori, ma anche di arte. Da alcuni anni sperimenta, infatti, una nuova visione della moda: non solo come celebrazione della bellezza e della femminilità, ma anche come incontro con l'arte. Le sue creazioni sono "abiti-installazione" dai materiali più vari e dalle lavorazioni più impensate, che si modellano su un corpo assente. Tra i più importanti eventi a cui Gabriella Ferrera ha partecipato vi sono, l' Anteprima della Quadriennale d'arte di Roma, l'esposizione all' Oxo Tower di Londra e al Museum Expression di Parigi, e le mostre itineranti di Cartagine, Cipro e Taormina. Il suo percorso artistico segue due strade diverse che la elevano a personaggio eclettico. L'arte, un percorso personale interiore che nasce durante il periodo in cui frequenta l'Accademia di Belle Arti e si sviluppa in seguito parallelamente alla sua attività. La moda, attraverso un percorso che l'ha portata a creare dapprima per l'Alta Moda Romana e successivamente per lo Studio Ferrera. Lo Studio Ferrera è la scuola di moda da lei fondata, che è diventato un punto di riferimento per la promozione dell'immagine Siciliana nel mondo e della moda mediterranea. GIUSEPPE FREZZA scopre il suo talento naturale per la pittura già da ragazzo ed il suo percorso formativo lo porta ad essere allievo dello studio di Gio' Vanchieri e dell’Accademia delle Belle Arti di Catania; la fortuna di essere nato in un’isola come la Sicilia ha fatto il resto. I quadri dell’artista catanese, con pochi tratti lineari ed essenziali trasmettono all’animo del visitatore tutti i colori e gli odori ammalianti dei paesaggi siciliani. Giuseppe Con le sue opere ha partecipato anche al “Salon dell’art de vivre italien” a Parigi e al “Vieniinprovincia” a Villa Borghese a Roma, oltre ad aver ricevuto diversi premi come il premio internazionale “Giara d’Argento” e il premio dell’Accademia “I Micenei” nel 2006. SALVATORE LANZAFAME è nato nel 1973 a Catania dove attualmente vive e lavora. All’Istituto d’Arte di Catania intraprende una pittura di sperimentazione e si diploma nel 1992. Nello stesso periodo, frequenta la scuola di pittura del maestro incisore Gaetano Signorelli, per il quale sarà lo stampatore per tre anni. Nel 1997 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Catania dove, attraverso una personale ricerca, ha combinato la tradizione del paesaggismo Romantico e la forza espressiva dei cromatismi delle avanguardie. Quindi trova nuovi slanci espressivi dall’utilizzo sinergico di linguaggi e mezzi espressivi differenti, affrontando una ricerca intimistica e d’ordine concettuale che ha modo di sviluppare attraverso la produzione di assemblaggi polimaterici; ma è espressamente nella ricerca pittorica che attraverso un esercizio costante e morbidamente insistito va ad accordare in forme arcane i fenomeni percettibili come, solo le profondità naturali, filtrate da atmosferici cromatismi, traducono in massa cromatica esaltante e satura di essenze plastico-costruttive, gli effetti dell’assoluto percepire. Si ricava così una scena compositiva dove le ampie linee di forza vengono modulate dai normali ritmi scaturiti dalla spirituale ricerca dello spazialismo. Nell’interpretazione del paesaggio la rappresentatività svolge un ruolo assai relativo, direi marginale, rispetto al senso evocativo. Il valore greve della materia, dato dall’analisi descrittiva della visione, perde il suo significato. La visione del paesaggio come veduta panoramica si eleva a percezione visionaria del luogo che luogo non è: la percezione si traduce in un patteggiamento, tutto mentale e tutto individuale, tendendo a procurare compiacimento al povero desiderio visivo, mantenendo la stessa direzione dei riferimenti del fruitore per ottenere un’unica visione capace di prestare i suoi codici a diverse realtà conoscitive. Può esistere una rappresentazione paesaggistica analitica del paesaggio se da questo vuol trarsi il senso estetico universale? SANTO MANGIAMELI Classe 1978, cresciuto a Carlentini, nel siracusano, da anni vive e lavora tra Siracusa e Ragusa. Laureato in Lettere Moderne, Mangiameli è dottorando in “Teoria e storia della rappresentazione” presso la Facoltà di Architettura di Siracusa. La sua grande passione per la fotografia lo ha portato a farne una professione. DESIRÉ ORTO Nata nel 1980 a Paternò (CT), da sempre rivela un richiamo alla creatività che la porterà al conseguimento del diploma di Maturità d’Arte applicata, nella sezione pittura, e di qualifiche di impronta artistica quali “Pittore-Decoratore edile” e “Stuccatore-Decoratore”. Le sue esperienze artistiche sono incentrate su commissione di privati; miste le tecniche ed i supporti su cui lavora, ma la fotografia è l’espressione che riesce meglio a raccontare la sua estrosa personalità. L'immaginazione e la sensibilità sono le caratteristiche salienti che si fondono nelle sue fotografie. Punti di osservazione molto ravvicinati, parziali e rapide visioni, anche da angolazioni insolite e immerse nella magia del bianco e nero. Attraverso contrasti forti, in cui luce ed ombra si incontrano delicatamente. Le figure assorbono dalla realtà una vitalità luminosa, anche nella semplice dimensione della durata di uno scatto. SALVATORE SANTODDÌ nasce a Caltagirone (CT) nel 1978, città dove vive e opera. Allievo di Salvo Russo, si diploma in pittura nell'anno accademico 2003/2004 presso l'Accademia di Belle Arti di Catania. Ha partecipato a diversi eventi e a diverse collettive. La sua pittura riecheggia le antiche architetture religiose e private in rifacimento della sua terra natia, qui emergono figure umane sollevate, in contemplazione e assorte e cariche di religiosità spirituale, oppure elementi fitomorfi rigogliosi ed estremamente rari e delicati. Sue opere sono in permanenza presso le Gallerie Entroterra di Milano e la Galleria Artesia di Catania. ALFIO SORBELLO vive e opera a Santa Venerina (CT). Ha scritto di lui Aurelio Pes "Dopo un intenso studio dal vero della natura, Alfio Sorbello sceglie la strada, già indicata dalla fisica moderna, dalla riscoperta dei suoi ritmi segreti, dove forme consuete si rinnovano e additano mete incognite alla nostra percezione. Nascono così olii di straordinaria intensità, in cui uomini e donne, luci e ombre, esalazioni e miserie s'incontrano e si fondono, come accade talvolta nelle grandi musiche sinfoniche, quelle di Brucknet in particolare. Ed è una nuova festa per la vita". "Egli osserva il reale che lo circonda trasformandolo, attraverso la fisicità dei colori, in stato d'animo e trasmissione del messaggio ai fruitori. L'artista sa osservare la natura con occhio attento, cogliendo tutto ciò che essa contiene nell'intimo, molto segretamente: la dolcezza dei colori, le sfumature vivaci dei fiori, l'eterna e tenue poesia del mare che lega i rapporti sempre nuovi tra l'uomo e la natura. Riporta sulla tela i colori della sua terra, linfa vitale che l'Etna dona a tutti coloro che vivono alle sue pendici, coscienti del pericolo del vulcano ed orgogliosi di essere figli di quella terra". (Xhanino Mastronardi) ANTONINO TRIOLO nasce artisticamente nell'autunno del 1993, all'età di 27 anni, scoprendo con grande piacere e sorpresa il proprio talento nell'incidere e modellare il legno, riuscendo ad animare la materia secondo le proprie emozioni per dare vita ai suoi enigmatici personaggi. Triolo, autodidatta, si è affidato per i soggetti delle proprie opere alla personale capacità di trarre dall'ambito storico e geografico le fonti tematiche più esplicative. Dopo l'incontro con la scultrice Lea Vassalli, l'artista riflette sulla possibilità di trarre l'ispirazione per le sue opere dalle forme che la natura ha già impresso nel legno. Pertanto inizia a guardare l'ambiente che lo circonda ricercando le forme celate nei rami o in piante intere, prediligendo inizialmente il legno di vite. Il risultato ottenuto è intrigante e rappresenta un punto di equilibrio tra virtuosismo e rispetto della forma naturale; questo modo di procedere accompagnerà l'artista nelle opere successive. L'amore per la materia "legno" ha lasciato poche possibilità all'autore di sperimentare altri materiali, ma grazie all'osservazione del paesaggio non poteva che approdare alla roccia calcarenitica, pietra dall'aspetto ruvido, che non permette la definizione di zone lisce e rilucenti e pertanto più adatta ad esprimere pathos. Così la pietra, meno amata dall'autore per la minore piacevolezza di lavorazione, lo ricompensa per l'effetto finale di primitività ed intimità. Successivamente utilizza anche la pietra pomice, di facile lavorabilità e di colore bianco candido. È questo il periodo delle figure in cui è in risalto la proporzione artefatta tra testa e resto del corpo, in cui si offrono allo spettatore varie visioni prospettiche secondo assi ortogonali, che lo obbligano a girare attorno alla scultura per ricomporre la propria visione globale dell'opera. Nell'inverno del 2006, realizza un busto in legno di noce, nel quale mantenendo sempre una tensione, un patos tipico delle sculture precedenti, introduce una lettura più gioiosa della raffigurazione femminile. L'autore si confronta per la prima volta con una scultura in scala più elevata acquistando maggiore fiducia e consapevolezza delle proprie capacità raffigurative. L'ispirazione tratta dalle forme dei legni ritrovati sulla battigia è infinita e pertanto l'artista produce veri piccoli capolavori declinando le molteplici visioni della figura femminile intrisa di sensualità e fascino. Le figure ritratte assurgono dal mondo classico e più propriamente assumono la dignità delle opere archeologiche. Veri ritrovamenti di civiltà del passato riaffiorano nell'ispirazione dell'artista dal materiale ligneo restituito dal mare. ROBERTA TUDISCO prende in mano la macchina fotografica a soli 13 anni, incuriosita dalla passione del padre. Intraprende studi universitari a indirizzo etologico con l'intento di divenire documentarista. Dopo qualche collaborazione con vari editori e una breve parentesi pubblicitaria milanese, rientra in Sicilia, la terra che le ha dato i natali nel 1965. Si stabilisce a Catania, sua culla naturale. Per parecchi anni lavora come cameraman per una TV locale, confrontandosi anche con la cronaca nera, oltre che con l'incredulità dei suoi colleghi di sesso maschile che devono fare i conti con la sua determinazione femminile. Spende tutto il suo tempo e le risorse disponibili in viaggi "on the road" alla ricerca dell'Anima Mundi, ritraendola nei suoi reportages peculiarmente descrittivi del pianeta che ci accoglie. L'Etna, che l'ha accompagnata per gran parte della vita diventa la sua ossessione e centrale passione. SCHEDA TRIBE ART – LA GUIDA / www.tribenet.it News, recensioni, interviste, libri e un ampissimo calendario delle mostre caratterizzano TRIBE ART - La Guida, mensile dedicato agli eventi artistici della Sicilia. Il periodico, ideato e realizzato da TRIBE Società Cooperativa (www.tribearl.it), è nato nel febbraio 2003 come versione cartacea di uno dei più seguiti portali d'arte: TRIBENET - La Tribù italiana dell'Arte, on line dal 1999. TRIBE ART - La Guida, stampata in 8.000/10.000 copie, viene distribuita gratuitamente in Sicilia e in abbonamento in tutta Italia. È, inoltre, inviata in formato .pdf a 5.724 utenti (dato aggiornato al 31 agosto 2007), regolarmente iscritti alla newsletter.
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