| La poesia e la guerra sono due entità costitutivamente differenti: la poesia fa riferimento, tradizionalmente, al sentimento, al potere dell'immaginazione, alla misura del verso, alla dimensione della parola poetica continuamente cercata; la guerra, invece, chiama in causa più direttamente questioni di ordine storico, politico ed economico.
Eppure il confine fra questi due particolarissimi fenomeni non appare sempre così deciso, e, nei territori del sogno e delle speranze, le aspettative della vita reale e le aspirazioni dell'arte a volte si confondono. Questo saggio cerca di individuare gli ambiti critici grazie ai quali dallo scarto interdisciplinare fra tema bellico ed evento poetico può svilupparsi un discorso nuovo e unitario sulla relazione fra scrittura poetica e momenti conflittuali.
In un percorso trasversale fra i versi di Guillaume Apollinaire, Georg Trakl, Giuseppe Ungaretti e Paul Celan, e nell'orizzonte dell'interazione fra gli spazi immaginati della poesia e la geopolitica novecentesca, si cerca di individuare quella qualità dell'umano che coniuga, come in un respiro, vita e scrittura.
Attraverso le coppie tematiche memoria e oblio, creazione e distruzione, umano e divino, vengono evidenziate sotto una nuova luce alcune delle problematiche fondamentali che così marcatamente hanno caratterizzato il Novecento europeo, secolo in cui l'esigenza di libertà dell'essere umano si lega inesorabilmente alla necessità della testimonianza.
Autore Disanto Giulia A.
240 p.
Franco Angeli (collana Critica letteraria e linguistica)
Euro 25,00
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