| In concomitanza con l’apertura della grande mostra "Nel segno di Ingres.Luigi Mussini e l'Accademia in Europa nell'Ottocento" che inaugura domani, venerdì 5 ottobre
Arriva a Siena “Le ultime ore della libertà senese”, uno dei più celebri dipinti dell’Ottocento senese
L’opera di Pietro Aldi è stata concessa in comodato al Comune di Siena per esporla nel museo di Santa Maria della Scala, dal Comune di Roma, dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali e dalla Galleria Comunale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma
In concomitanza con l’apertura della grande mostra "Nel segno di In gres.Luigi Mussini e l'Accademia in Europa nell'Ottocento", è arrivata a Siena “Le ultime ore della libertà senese”, uno dei più celebri dipinti dell’Ottocento senese.
Realizzata da Pietro Aldi nel 1882 è un’ opera dal grande valore artistico e dal grande significato simbolico per la città di Siena. Fu acquistata dal Comune di Roma nel 1883, in occasione dell’Esposizione Internazionale delle Belle Arti e negli ultimi decenni del secolo scorso, dopo una lunga permanenza nell’aula magna del Liceo “Tasso” di Roma, nel 1988 fu esposta a Palazzo Pubblico di Siena in occasione della mostra “Siena tra Purismo e Liberty”.
Oggi, grazie ad un accordo sottoscritto dai Comuni di Siena e Roma e alla disponibilità del sindaco di Roma Walter Veltroni, di Eugenio La Rocca, sovrintendente ai Beni Culturali del Comune di Roma e della direttrice della Galleria Comunale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma Giovanna Bonasegale, è stata concessa in comodato al Comune di Siena per esporla nel museo di Santa Maria della Scala, che per lungo tempo ne ha curato il restauro.
La grande tela (475 x 245 cm) è concepita con una visione dal basso e un taglio prospettico molto sapiente. La scena si svolge davanti alla cappella di Piazza del Campo e mostra alcune donne impegnate nella cura dei feriti ed altre che implorano la Madonna, i guerrieri vengono rappresentati sfiniti e seduti mentre sullo sfondo si intravede la barella con la quale uno di loro, rimasto ferito, viene trasportato all’interno di Palazzo Pubblico.
I toni grigi della raffigurazione producono nello spettatore un senso di profonda tristezza che evoca con grande efficacia lo smarrimento dell’intera città per l’imminente perdita della libertà. Anche il pittore sembra partecipare alla drammaticità dell’evento, ponendo la propria firma sulle pietre, tra le macchie del sangue appena versato dai combattenti.
Esposta nella grande sala San Pio accanto al “Nerone”, l’altra grande tela di Pietro Aldi rimasta incompiuta, l’opera sarà parte integrante del percorso espositivo della mostra “Nel segno di Ingres” che inaugura domani, venerdì 5 ottobre alle 21.15 presso lo stesso Complesso museale Santa Maria della Scala.
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