|
Opere pubblicate: 19989
|
Info sull'Opera
Raccontami una storia a cena
a cura di Anna Toscano E alla fine le storie narrate a viva voce durante le edizioni di “Raccontami una storia a cena” tornano scrittura: diventano ciascuna un piccolo libro, lascito di queste serate letterarie. Edizione dopo edizione ha infatti preso forma una collana, in vendita presso il bookshop della Fondazione Querini Stampalia. Le immagini di copertina sono una piccola galleria d’arte: dettagli preziosi tratti dai dipinti del Fondo Giuseppe Mazzariol del Museo della Fondazione Querini Stampalia. RW Panel e Botter con il loro supporto rendono possibile l’iniziativa. _________________________________ La collana Raccontami una storia a cena: Annalisa Bruni Langenwang Raccontare una storia e contemporaneamente la Storia, quella con la esse maiuscola, attraverso un evento che ha toccato non soltanto i diretti protagonisti ma anche una comunità, anzi, la collettività tutta. Una storia fatta di tante piccole storie che si sono incontrate e intrecciate per saldarsi in modo inatteso, per sempre. Una storia di per sé forse poco interessante, che è diventata, suo malgrado, di risonanza internazionale. Gli ingredienti narrativi ci sono tutti: un viaggio, una storia d’amore, un epilogo che romperà molti equilibri. E poi c’è il destino, che tocca molte vite, ne spezza alcune, cambia direzione ad altre. E ci sarà, alla fine, il tentativo di ricreare, nonostante tutto, un nuovo equilibrio. Alberto Toso Fei Orazione funebre alla Memoria Morti e Misteri a San Michele in Isola “Per anni ho pensato che l’estrema familiarità che prova chiunque venga a Venezia, anche una sola volta, si manifestasse per merito delle pietre. Per come Venezia, nel riassumere in maniera unica tutti gli stili conosciuti, offrisse a chiunque la maniera di potersi riconoscere, per quell’indistinto sentimento di benessere che si prova girando per le calli. Invece chi viene qui si sente a casa perché trova parte della sua Cultura. Nella sua incredibile mescolanza di stili, nomi, razze, lingue, Venezia ha ereditato qualcosa da ogni parte d’Italia, d’Africa, d’Oriente, d’Europa. Forse anche delle Americhe. E chi è portatore di questa cultura prismica, di queste migliaia di bagliori di bellezza e di ragione, se non i veneziani, le persone vive? Ma i veneziani, nella loro accezione più allargata di persone che arrivano qui per vivere e per lavorare – a dispetto di qualsiasi linguaggio di nascita o di nazionalità – sono sempre meno. E se mancano i veneziani manca la Memoria. Se manca la Memoria manca la Cultura”. Sabina Crippa Cannibali della voce Una storia suggestiva, ambientata nel Mediterraneo antico, dove sacerdoti e grammatici cercano di impossessarsi del suono e pietrificarlo. Braccato, in fuga da luoghi e oggetti, il suono incontra chi riesce a comprenderne la natura multiforme, cangiante nel tempo e nello spazio: colui che vede i suoni, vi gioca e li sperimenta all’infinito. Solo così, libero, il suono può avviarsi nuovamente a creare inesplorate architetture. Alessandro Marzo Magno L’orgoglio dell’impero Maggio 1911, a Trieste si sta ultimando lo scafo della più grande nave da battaglia austroungarica, la “Viribus Unitis”, destinata a essere varata un mese più tardi. Un ufficiale irredentista dell'Imperialregia marina da guerra decide di compiere un'azione clamorosa sabotando quel varo. Per preparare l'attentato lascia la base militare di Pola e va a Venezia, dove si incontra in Arsenale con i suoi colleghi italiani. Gian Mario Villalta Comeseciàma Al fondo di questa storia un grande cambiamento nella vita di una persona; poi il dubbio, se questo cambiamento sia venuto dalle circostanze o se abbia avuto origine dall’indole del personaggio o se, piuttosto, in ognuno di noi ci siano tante possibilità e quella del fallimento e degli ostacoli sia utilizzata come forma di soluzione ad altre parti di noi stessi. Anna Maria Carpi Piccola Anna Centro di Verona, inverno, seconda elementare, bambini intenti a disegnare e a raccontare una fiaba sotto la guida del giovane e sensibile “maestro del pomeriggio”, esule dal sud. Anna è figlia unica e tardiva di privilegiati: mamma vigile, papà intellettuale di successo che viaggia per il mondo. Però non per tutti l’infanzia è dorata, a scuola il contesto non è omogeneo, il conflitto di classe è latente ma cruciale, e un bel giorno il maestro fa o solo sussurra qualcosa d’incauto che resta indecifrabile. L’allarme pedofilia porta la mamma sull’orlo di una crisi di nervi. Ma, si spera, niente d’irreparabile. Marco Franzoso Quaderni d’amore (materiali di lavoro) Perché i bambini si nascondono? Non lo so. Forse per dare una possibilità ai grandi di andarli a cercare. E perché i grandi li vanno a cercare? Per trovarsi Schizzi e disegni, che vanno a comporre il racconto dello smarrirsi sentimentale di una famiglia comune, sono ispirati al libro Tu non sai cos’è l’amore (Marsilio, 2006), trasposto anche in una versione teatrale e messo in scena. Francesca Mazzucato Los Cruces Blues Un luogo estremo, ai confini del mondo, dove le persone fuggono o cercano di farlo in modo avventuroso tentando la scommessa di una vita diversa e migliore, perdendola a volte. Restano le storie. Non è poco quando in un luogo restano le storie da raccontare, quelle che passano di bocca in bocca, che si abbelliscono col tempo, che vengono infiocchettate di dettagli, oppure modificate, plasmate Ed è una storia narrata in prima persona questa. Non c'era altra strada. La storia di una ragazza selvatica come una pianta rampicante con una vita dura alle spalle e un presente di espedienti, la storia di lei e di suo fratello. Un rapporto di intimità al di sopra di tutto e di tutti. Un rapporto esclusivo, protetto. Corpi, odori, abbracci, un patto di ferro, un legame che vince. Fuori il mondo fatto di sussidi, di fatica, di capriole per arrivare alla fine del mese, di spesa divisa con gli amici e con la vicina… Antonella Cilento Fonsino Fonsino è l'ironico racconto della vita di un piccolo diseredato: illustratore di ex voto per desiderio materno e miracolo involontario, Fonsino ha una carriera brillante fra chi deve farsi dipingere la grazia ricevuta, dagli infortuni sul lavoro a operazioni salvifiche ad incidenti evitati. I suoi musei sono i santuari meridionali e Pompei su tutti: ma è proprio qui, fra mille altri ex voto, che scopre di non essere il più bravo e che qualcuno lo ha superato. L'invidia e la gelosia di mestiere lo porteranno fino a Venezia e alle Gallerie dell'Accademia, sulla tracce di un fantasma e di Tintoretto, fra tragicomiche avventure. Roberto Bianchin Il mistero della diga lunata Un'avventura insolita, un incubo, un sogno, che capita a un oscuro geometra incaricato, per il suo lavoro, di ispezionare giornalmente le strutture del grande sistema inventato dagli uomini per proteggere la grande città dalle grandi alluvioni. Naviga quieto, come ogni mattina, con la sua barchina sul mare di cartone azzurro, e controlla dighe, sbarramenti e manufatti. Un lavoro metodico, oscuro, sempre uguale, senza sorprese. Finchè, una mattina di nebbia, si accorge che qualcosa non va. Che alcuni pezzi importanti del grande sistema, tra cui la celebre diga lunata, sono misteriosamente scomparsi. Allora si immerge nelle acque per andare a vedere cosa diavolo può essere successo. E quale non sarà la sua sorpresa quando scoprirà, a sue spese, la chiave del mistero, e si imbatterà in una curiosa popolazione che frequenta quegli abissi. Maurizio Crema L’uomo del confine Un viaggio a cavallo di un confine di ferro e di ideologie sull'onda di un sogno incarnato in una batteria di macchine da scrivere degli anni '20, quando internet non esisteva e l'inchiostro sporcava ancora le mani. Tre giovani di romantiche speranze partono da Vienna per esplorare Budapest e l'Ungheria comunista e finiscono impigliati nella rete del potere e della burocrazia. Alla fine dovranno lasciare le loro preziose macchine davanti all'uscio di una casa di campagna per poter essere liberi di attraversare quel confine che l'uomo aveva sbarrato. Un racconto blues musicato con Francesco Boldini che è grigio ma non è triste. Ufficio Stampa: Fondazione Querini Stampalia Sara Bossi cell. 3398046499 tel. 041 2711441 fax 041 2711445 e-mail: ufficiostampa@querinistampalia.org
|