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Gruppo rivelazione con l’omonimo album d’esordio, gli Otto Ohm si propongono sulla scena musicale italiana come interpreti della nuova canzone d’autore.
ALLA SCOPERTA DEGLI OTTO OHM
Andrea “Bove” Leuzzi : “Noi guardiamo di più alla musicalità: la musica ti deve in qualche modo coinvolgere, deve esserci un ritmo che ti fa muovere, che fa muovere le parole.”
di Giuseppe Aletti e Valentina Meola
Gli Otto Ohm sono una felice espressione della cultura alternativa italiana; sound efficacemente personale, attenzione letteraria ai testi sono gli elementi distintivi di questo nuovo gruppo, capeggiato da Andrea “Bove” Leuzzi, autore sia dei testi che delle musiche. Giunti alla ribalta nazionale con il brano Crepuscolaria che descrive le illusioni circolari che ogni anno accompagnano l’estate (il ricordo di un’estate che si arena sulla spiaggia,/come collanine rotte sulla sabbia), confermano la validità del loro progetto musicale con il loro secondo singolo, la bellissima Telecomando vero e proprio manifesto del gruppo, dove si richiede una attenzione reale per la cultura in televisione (Predicatori, materassi e i loro venditori/ si sfregano le mani mentre fanno i loro affari/ e dagli sguardi mi resta solamente un’impressione/ money money mi-milioni/ sarò costretto ad essere anticonformista/ dei teledipendenti l’ultimo della lista/ così che il suo buonismo non rimanga intorno/ perché la vita non ha un canone per anno[…] Fuori dai cliché vorrei la televisione/ più spazio alla cultura meno disinformazione/ più rispetto per le donne che in vetrina schiaffeggiate/ rimarranno con un ruolo marginale).
Da notare la capacità di porre sempre in primo piano le sonorità anche e soprattutto quando i testi si fanno più impegnati, non mettendo mai in secondo piano la forma-canzone. L’album omonimo del groppo, Otto Ohm, distribuzione Edel, propone 12 brani tra cui Caramelle (Chi sono io/ cosa ci faccio qui[…]chi sarò io domani/ burattino o burattinaio); Brucia Babilonia (Il progresso ha consumato le menti/ ed ha plastificato le anime/ rinchiusi nelle nostre tane/ non ci rimangono che la tv e le lacrime); Qualcosa di più (di chi vive per se e per nessun altro/ e agli altri amarezze non risparmia/ per rendere comune a tutti quanti/ l’insoddisfazione che lo attanaglia); più una chicca finale, una traccia nascosta, I° maggio. In un caldo pomeriggio d’estate abbiamo incontrato il gruppo.
Domanda: "Il vostro primo album “Otto Ohm” contiene tematiche estremamente diverse, dall’amore alla denuncia sociale, alle difficoltà che incontrano i gruppi emergenti nel mondo dello spettacolo e della comunicazione. Le tematiche sono diverse ma la prospettiva resta sempre la stessa, o di ricerca o di denuncia e per quanto riguarda i testi, come si può apprezzare in “Caramelle” o in “Nero” c’è sempre una velata decadenza o melanconia. Anche quando tratti argomenti più leggeri, come in “Crepuscolaria”, c’è sempre un’attesa di cose vane, fine a se stesse."
Risposta: E’ un punto di vista dal quale cerchi di percepire le cose, un po’ più personale, non c’è un lavoro dietro. Il bello è questo, un po’ come l’arte per l’arte e il vivere per vivere.
Domanda: "In Angeli Franki metti in rilievo le difficoltà ad interagire con le case discografiche a meno che non si prescelga un target predefinito “Mi rifiuto di produrre in base al mercato[…] Se pesi quanto valgo in base a quanto vendo”. In Telecomando , invece, c’è una forte attenzione al sistema delle telecomunicazioni italiane. Mentre gli esponenti della cultura italiana si limitano spesso ad osservazioni generiche, tu hai messo in evidenza dei nomi che posso essere considerati dei rappresentanti del modo di fare comunicazione, come ad esempio MTV. Questo ti ha creato problemi?"
Risposta: Ovviamente sì, il messaggio è stato capito dagli stessi. Alcuni sono rimasti interdetti e non hanno passato né video né pezzi, altri sono rimasti entusiasti e hanno sposato la causa degli Otto Ohm. Hanno visto quello che era vero.
MTV può essere un paradosso, ci ha portati al Brand New Tour con quel pezzo, abbiamo suonato tante volte con la scritta MTV dietro. Purtroppo ci sono tante persone che fanno critica perché non possono scrivere una canzone o non possono dipingere un quadro e c’è chi denuncia per fare musica. A noi non interessa fare critica fine a se stessa. Partiamo dalle piccole cose, dai piccoli particolari quotidiani che abbiamo tutti quanti modo di notare. Ci fanno comunque sentire meno soli rispetto al discorso che uno fa tra sé e sé. È giusto che l’individuo come tale si rappresenti in delle note che non lo facciano sentire solo perché è quella la cosa principale per cui scrivi o per cui senti musica: vincere la solitudine che giornalmente ci accompagna.
Domanda: Dal punto di vista musicale c’è una ricerca molto personale e originale delle sonorità. Una attenzione per le atmosfere, e per le ambientazioni. Si nota una comunicazione per ossimori, dove spesso i testi sono in contrasto con le note. Questa ricerca la proponi anche nel prossimo album?
Risposta: Assolutamente sì, oggi cambiano le attrezzature, le aspettative, cambiano tante cose, Rispetto al nostro primo lavoro, il tipo di approccio alla musica è sempre lo stesso. Parlandone a posteriori, quando si fanno queste cose non c’è un vero e proprio criterio per il quale riesci a pesare sia i testi che le musiche; però alla fine c’è un distacco, inconsciamente voluto tra quella che può essere la musica e quello che è il testo e viceversa. Perché il gioco è proprio quello. Cercare di mettere tutto su un piano che sia un’atmosfera non necessariamente compatibile e canticchiabile. Andare a colpire più l’atmosfera delle parole che il beat del momento.
Domanda: Ho notato una particolare cura per i testi, anche quelli più leggeri; ed una grande ricerca della musicalità delle parole.Ti viene naturale o c’è uno studio ?
Risposta: C’è sempre un filo sottile tra il simpatico, il canticchiabile e il gratuito.
Di base c’è una povertà nel linguaggio altrui, una scarsa ricerca, le rime sono quelle e tutti quanti si attaccano a quelle. Siamo abituati a sentire le stesse frasi, messe nella stessa maniera, comunque con delle melodie poco europee, internazionali. Anche le cose che sentiamo noi che sono di natura italiana, ma anche in lingua straniera, sono cose che abbiamo metabolizzato tutti quanti, quando esce un nuovo pezzo è comunque qualcosa che abbiamo già sentito.
Domanda: C’è una traccia, “I° Maggio” in cui si trovano tanti concetti e musica orecchiabile. Questo brano è messo alla fine dell’ultimo pezzo, dopo ben 8 minuti di silenzio. Perché è così nascosta?
Risposta: Se ascolti quel pezzo hai l’impressione di sentire parole messe su dei suoni, con un approccio comunque sperimentale e una sua valenza. Noi guardiamo di più alla musicalità: la musica ti deve in qualche modo coinvolgere, deve far ballare, deve esserci un ritmo che ti fa muovere, che fa muovere le parole. Quella traccia tocca con le parole le note di tutti. C’è un motivo per cui è messa alla fine dell’album. Quella canzone secondo noi, proprio perché è nata così, in un momento, la devi sentire solo se hai ascoltato tutto il cd. Se la senti, l’apprezzi.Tutti ci chiedono perché non facciamo un singolo con quel pezzo. Quello potrebbe essere un b-side, cantato così, con il microfono, senza una vera e propria equalizzazione, senza un vero mixaggio.
Domanda: Ci dai qualche anticipazione per il prossimo album?
Risposta: Lo spirito è sempre lo stesso. Siamo qui, in tranquillità, stiamo sviluppando delle cose nuove. Siamo contenti. Le tematiche sono sempre quelle di un diario di bordo, con il descrivere minuziosamente gli aspetti che sembrano insignificanti, ma che alla fine sono a dimostrazione di tante altre cose.
Domanda: Quando esce?
Risposta: Speriamo ad ottobre o al massimo per i primi mesi del 2003.
Domanda: Sempre con la NUN, la vostra etichetta discografica?
Risposta: Sì, è l’unica etichetta che continua ad avere un progetto, ed ha proporre buona musica.
Le Major stanno navigando in cattive acque, mentre le Indy, un po’ per la struttura, un po’ per il tipo di sensibilità che hanno, sono riuscite a far ascoltare un po’ di musica diversa (tolti noi, gli stessi Subsonica). Quando sei una piccola etichetta, investi del tuo, fai attenzione al suono, magari non ti interessa produrre boy band o cose del genere, ma qualcosa di qualitativamente superiore, senza cercare il colpo grosso, cercando di vivere di quello che puoi fare onestamente, senza doverti guardare indietro e dire “Dio che ho fatto”
Domanda: Cosa pensi di Sanremo? Ci andresti?
Risposta: Ora ci andrei come ospite. Ci sarei andato tempo fa, ora no. Mettermi alla prova… non so..Per quanto riguarda la manifestazione potrebbe avere un risvolto qualitativo superiore, perché è spinta dai media. Invece si fa sempre il minimo indispensabile e ci si accontenta.
Domanda: Anche persone con una storia musicale, come i Timoria o Daniele Silvestri, propongono a Sanremo cose diverse creando una frattura tra quello che è e quello che è stato. Che ne pensi?
Risposra: A me le cose presentate da Silvestri a Sanremo non sono mai sembrate estremamente commerciali e comunque le ultime cose che ha fatto sono altrettanto valide, anzi credo che si sia vestito di una nuova entità. Anche il pezzo nuovo, più orecchiabile, è fichissimo.
Non so negli altri cosa ha suscitato, io onestamente mi sono divertito. A Sanremo è stato uno dei pochi che mi ha fatto davvero divertire.
Rivolgendoci a Jolly Dread: ti sei occupato delle sonorità. Su che tipo di suoni stai lavorando?
Risposta: Di ogni genere. Su qualunque suono, da quello della cassa di una batteria a quello di un effetto particolare. Sperimentare è una cosa bellissima. Prima eravamo limitati dalla mancanza di mezzi, adesso che abbiamo a disposizione nuove macchine, nuovi effetti, vale la pena utilizzarli in maniera differente da come sono stati concepiti e tradizionalemte utilizzati, sempre con un occhio di riguardo alle vecchie tecnologie.
Domanda: Quali sono le esperienze più gratificanti durante il vostro primo lavoro?
Risposta: Non vorrei sembrare ottimista, ma è stato tutto molto gratificante, dal lavoro fatto in studio alle tournee, in tutte le date. La parte più gratificante è comunque fare i concerti, incontrare il pubblico.
Domanda: Se dovesse venire da voi qualcuno che vuole iniziare una carriera come la vostra, cosa gli consigliate di fare? Lo incoraggiate?
Andrea “Bove” Lezzi: “Di registrare qualcosa su un buon supporto, in quanto per chi vuole ascoltare, il materiale scadente è scoraggiante. Ovviamente è importante ciò che propone. Deve quindi essere onesto con se stesso e proporre qualcosa di originale”.
Jolly Dread: “Lo incoraggiamo purché sia convinto di se stesso. Perché si incontrano mille difficoltà e si è messi continuamente alla prova, sia nella parte più intima quando si parla con se stessi, sia con le altre persone che non sono sempre quelle che suonano con te, ma altri, esterni, delle case discografiche o delle agenzie”.
Dopo aver ascoltato e riascoltato l’album d’esordio, indubbiamente uno dei migliori degli ultimi anni, la curiosità è quella di ascoltare, quanto prima, i nuovi brani che proporranno nel loro secondo lavoro.
Apparso sulla rivista Orizzonti anno 2002
Sito ufficiale
http://www.ottoohm.com/
Vai a vedere anche i video
http://it.youtube.com/watch?v=TWrm1Q6vl_4
http://it.youtube.com/watch?v=OabFejjlPDY
Al seguente link è possibile trovare la distribuzione nazionale della rivista Orizzonti con il nuovo numero
http://www.rivistaorizzonti.net/puntivendita.htm
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