| Giunta alla sua decima edizione, I porti sepolti si presenta ancora una volta come una raccolta antologica in cui emergono le varie voci della modernità. Un libro collettivo, o se vogliamo corale, che si presta a metafora della ariosa creatività e della complessità degli autori, in cui si rintracciano le diverse influenze narrative del passato. I racconti di queste pagine, frutto della mano di autori di diversa formazione, sono l'espressione di diverse sfaccettature della forma-racconto.
Vi sono all'interno, tranche de vie , ovvero spaccati di vita sociale, fermentante di denuncie. E poi ancora, sensazioni sottili e sfuggenti, quasi prive d'intreccio e di azione, che riescono a cogliere le minime crepe dell'anima. Oppure ricerca psicologica o metaforica. Rappresentazione sospesa tra mito e realtà. Documento e trasfigurazione di realtà sociale. Avventura linguistica e surreale. Prosa diaristica o autobiografica. E umorismo.
Il risultato è un'antologia in cui s'immortalano storie di vita, nelle infinite sembianze, attraverso le esistenze di molteplici protagonisti e con l'uso di molteplici linguaggi, accomunati da una scrittura fluida, cadenzata e che cattura immediatamente il lettore.
Pur riallacciandosi ai paradigmi del passato, questi racconti portano i germi del nuovo e il racconto si riconferma come forma privilegiata attraverso cui gli autori possono dar vita a delle sperimentazioni, fondamentali nella ricerca di scrittura e di stile.
Oggigiorno non si può individuare “un'identità pura” del racconto e dunque delimitare cosa rientra sotto questo termine e cosa ne resta escluso e in questo abbracciamo il pensiero di Filippo La Porta che ne La Nuova Narrativa italiana affermava che spesso i testi “di non fiction” – biografie e autobiografie, diari, saggistica, reportage, inchieste – offrono “non solo una maggiore presa sulla realtà ma, almeno in qualche caso, una lingua più inventiva e più ricca”.
Stili eterogenei si è detto, che hanno in comune soltanto le caratteristiche circoscrivibili all'arte del racconto, fatta di misura, leggerezza e obbedienza incondizionata ai tempi narrativi.
Questo volume, come tutte le raccolte di racconti, ha in sé tutto il rischio di arbitrarietà che un'antologia implica ed in più auspica ad un ripresa del racconto, che purtroppo ha uno scarso seguito tra il pubblico.
Vi è da ricordare a riguardo che negli anni Ottanta-Novanta si è assistito in Italia a un rilancio del racconto, grazie alla nascita di nuove riviste letterarie e alla pubblicazione di antologie volte a far conoscere nuovi scrittori – un esempio, per tutte, quelle curate da Pier Vittorio Tondelli.
Concludendo, vorrei aggiungere che leggere questa raccolta non è soltanto piacevole e interessante ma permette il confronto con scritture e tematiche che rispecchiano la quotidianità di ognuno di noi.
Tratto dalla prefazione di Caterina Aletti
Collana "Orizzonti"
pp.256 €18.00
ISBN 88-7680-215-7
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