| Libro non più in commercio
L’UNITA’ DEL 01/07/2007
“ Calciatore promettente, dopo un infortunio interrompe la carriere. Adesso un improvviso successo come scrittore”
GIOCARE PER SORRIDERE,DEDICATO A… QUELLI CHE NON SFONDANO
“Quando svanisce il sogno…”. Quando svanisce il sogno di diventare un calciatore professionista, magari una “star” che fa innamorare i tifosi, è proprio in quel momento che si comincia a riflettere: davanti si ha una vita normale, quindi assai complicata. Per qualche sorriso in più, il libro scritto da Stefano Bonanni (Aletti Editore – www.alettieditore.it, 46 pagine, 9 euro), per certi versi somiglia a un manuale, una sorta di pro memoria per tutti quelli (e sono tantissimi) che non ce la fanno, che non riescono a sfondare nel mondo del calcio e vedono i propri sogni,coltivati fin da bambini,svanire proprio alla soglia del “grande salto”. Stefano racconta con parole semplici la propria storia: talento,sacrifici e impegno lo portano a farsi strada dalle categorie giovanili sino al campionato dilettanti, alcuni Club di serie C lo cominciano a tenere d’occhio, arrivano i complimenti e gli articoli sui giornali locali,i gol e i voti in pagella alimentano il sogno:il professionismo è dietro l’angolo. Poi un brutto crack al ginocchio e una teoria infinite di visite, operazioni a getto continuo, diagnosi sbagliate e chirurghi distratti. Un piccolo caso di malasanità applicata allo sport. Quando Stefano si rimette in piedi ha ancora fame di calcio ma il tr eno (quello buono) è passato, quello su cui sale lui “all’incontrario va’”: pur di giocare scende di categoria ma c’è un altro crack in agguato che stavolta mette al tappeto fisico e sogni. Un’altra via crucis tra cliniche e ospedali. Ci sarebbe da strapparsi i capelli ma Stefano perde anche quelli (la stessa forma di alopecia che colpì, per motivi analoghi,anche il centravanti della Fiorentina fine anni 80, Oscar Dertycia). Ed è proprio nel momento del sogno che svanisce, quando il dolore prende il sopravvento,che Stefano – invece di piangersi addosso – esamina la sua vita, prende carta e penna e scrive un libro. Per dire agli altri (ma forse anche a se stesso” che la vita continua. E che anche un “mancato” campione può (anzi,”deve”) vivere fissando una scala di valori: l’amore verso i cari, gli affetti,il rispetto per il prossimo, la lealtà.
Al posto di un mondo dorato percorso inseguendo un pallone ce n’è un altro da costruire con il lavoro di tutti i giorni (lui dietro la cassa del bar di famiglia) facendo delle piccole gioie quoditiane la propria ragione di vita. Certo l’amore per il pallone è rimasto, ma anche qui il “campo” si è fatto più piccolo, alla portata di tutti: Stefano insegna calcio a 5 ai bambini di 7-9 anni e, anche ai più bravi, a quelli che tentano di imitare le rovesciate di Ronaldinho, raccomanda: piedi a terra.
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