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Opere pubblicate: 19989
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Info sull'Opera
JULIAN SCHNABEL: PAINTINGS 1978 – 2006
Milano – Rotonda di via Besana 27 Giugno – 16 Settembre 2007 Conferenza stampa martedì 26 giugno 2007, ore 12.00 Intervengono Vittorio Sgarbi, Assessore alla Cultura del Comune di Milano Julian Schnabel i curatori Gian Enzo Sperone Marco Voena Segue visita della mostra Promotori: Comune di Milano - Cultura Fondazione MINT Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano Associazione Roma Contemporary Progetto a cura di: Gian Enzo Sperone e Marco Voena Sede: Rotonda di via Besana, Via Enrico Besana, 12 – 20122 Milano tel. +39 02 88465677 – www.comune.milano.it/palazzoreale Organizzazione – Revolution srl via dei Pastini, 114 – 00186 Roma Tel +39 0669380709 – Fax +39 0669208012 Corso Vittorio Emanuele, 71 – 10128 TORINO Tel +39 0115063520 – Fax +39 0115063517 info@r-evolutionitalia.it Inaugurazione (su invito): martedì 26 giugno 2007, ore 19.30 Apertura al pubblico: 27 giugno – 16 settembre 2007 Orario: 9.30 - 19.30 tutti i giorni, giovedì fino alle 22.00, chiuso il lunedì Ingresso: €7 intero - €5 ridotto - €3 scolaresche bambini fino a 5 anni gratuito, da 6 a 18 anni ridotto Catalogo: Monografia di Julian Schnabel pubblicata da Skira Editore Ginevra-Milano in occasione della Mostra Sponsor: Alfa Romeo, AON-Artscope Fine Art Insurance Brokers, American Express Dal 27 giugno al 16 settembre 2007 le grandiose opere saranno allestite negli spazi della Rotonda di via Besana Dopo l’esordio romano a Palazzo Venezia -dove la mostra sarà visitabile sino al 17 giugno- si sposterà a Milano la prima importante rassegna italiana dedicata al multiforme talento creativo di Julian Schnabel, il progetto è reso possibile dal main sponsor Alfa Romeo. “Uso qualunque strumento mi consenta di tradurre i miei impulsi in un’evidenza fisica”: questa l’affermazione di Schnabel che si pone come ideale leitmotiv della mostra. Un evento espositivo che si prefigge di raccontare la personalità di un artista metamorfico e imprevedibile, di comunicare la forza espressiva perfino spiazzante, fluviale, epica di questa complessa figura del contemporaneo che dagli anni ottanta ha saputo oltrepassare il debutto del millennio con una coerenza espressiva, una potenza e una verità straordinarie e più che mai integre e vitali. Nel 2004 è stato il complesso della Mostra d’Oltremare a Napoli ad ospitare le sue tele di dimensioni imponenti. Quest’anno invece, dopo l’austera volumetria rinascimentale di Palazzo Venezia a Roma, sarà la Rotonda di via Besana a Milano ad accogliere dal 27 giugno al 16 settembre prossimi, la “maniera grande”, il magniloquente e narrativo fare pittorico del celebre artista newyorkese. Julian Schnabel, cultore della provocazione e del paradosso, ama definirsi un “pittore delle caverne” e allo stesso tempo proporsi quale ”interior decorator”. Un gioco di contrasti che svela la sfaccettata lettura della realtà di Schnabel. Da una parte ecco l’artista primitivo che si immerge nella materia pittorica e dipinge con le mani, dall’altra il sofisticato scenografo che inventa alberghi come stageset opulenti e intessuti di colte suggestioni. Basti pensare al suo recente completo restyling tra storicistico e rutilante del Gramercy Park Hotel a New York. Ma l’imprendibile talento di Julian non si limita a questo. Egli si è infatti dimostrato un ottimo regista di cinema con i film Basquiat, del 1996 e nel 2000 con Before Night Fall, pellicola che vince il premio Grand Jury e la Coppa Volpi per il miglior attore, il protagonista Javier Bardem, al Festival del Cinema di Venezia. Al Festival del Film di Cannes 2007 si aggiudica il premio speciale per la regia con il lungometraggio Le Scaphandre et le papillon, ultima fatica cinematografica di Schnabel che ha adattato per lo schermo il romanzo omonimo di Jean-Dominique Bauby. Bauby, ex caporedattore di Elle, ha scritto questo libro in seguito alla paralisi avuta nel dicembre del 1995 mettendolo nella condizione di “sindrome da recluso in se stesso”. Non potendo più muoversi, ha dettato lettera dopo lettera, grazie al battito della palpebra sinistra una sorta di diario del suo viaggio immobile che venne pubblicato qualche settimana dopo la sua morte nel marzo del 1997, all’età di 43 anni. Ronald Harwood, Premio Oscar nel 2003 per Il pianista di Roman Polanski, ha scritto la sceneggiatura e nella lista del cast figurano Mathieu Amalric, Anne Consigny e Emmanuelle Seigner. La mostra milanese si articola intorno a una trentina di opere, in un percorso che si snoda all’interno della Rotonda di via Besana. Un itinerario che tocca quattro temi essenziali dell’opera pittorica di Schnabel. Dalle opere di grande formato, le immense tele dove tratti densi e corposi si mescolano a segni più sfumati e sottili, alla galleria dei ritratti e degli autoritratti. Dai Plate Paintings, i dipinti realizzati sulle superfici di frammenti di ceramica, fino ai Japanese Paintings, colori ad olio su foto digitali. Il bellissimo ciclo dedicato alla cantante anglo-francese Jane Birkin, prodotto nel 1990, è rappresentato nella rassegna da tre opere che hanno l’essenzialità, le proporzioni e usano quale supporto lo stesso materiale delle vele delle imbarcazioni. Anno Domini 1990 è anche la data di creazione delle tre grandiose opere (6 metri di altezza, larghe altrettanto) esposte nella zona centrale della mostra. Lavori eseguiti su tela catramata, grandi fogli flessibili e resistenti all’acqua, un materiale inusitato e diverso che l’artista ha utilizzato fin dai suoi esordi negli anni Settanta. Una colata di cera e resina, che dà alle tele la brillantezza quasi liquida e luminosa di un encausto, caratterizza la galleria dei ritratti. I ritratti sono realizzati su tele quadrangolari impreziosite da elaborate cornici bianche in fibra di vetro, un materiale che ha permesso all’artista di riprodurre l’intaglio di una cornice barocca spagnola a lui molto cara. A dichiarare inoltre la sua profonda passione per la terra, l’arte e la storia di Spagna, ci sono i tre autoritratti in cui Schnabel, “fiero sino alla presunzione”, parafrasando il “Pictor optimus” Giorgio de Chirico, immortala se stesso alla Vélasquez. Nell’ambiente successivo sono poste le opere eseguite su cocci di piatti in ceramica, nelle quali alcune figure umane colte di tre quarti spuntano tra solitari tralicci mentre un viso, quasi un attonito sacrale ritratto del Fayoum, fissa la scena. La serie dei Japanese Paintings seduce per la sua fluida, emblematica capacità di oscillare fra l’astratto e il figurativo. Buckwheat Pillow e Lucio, in qualche modo riassumono in sé tutta la produzione di Julian Schnabel, caratterizzate come sono dalla componente caotica, dinamica ed irruente della pittura astratta che va a sposarsi con una forte matrice simbolica. Tutti i lavori colpiscono per la loro energia, un flusso irrefrenabile, sconvolgente, che deriva dalla chiara necessità dell’artista di confrontarsi alla pari con la materia, di dominarne i segreti e la pregnanza. Ne affiora una straordinaria forza comunicativa che ci pone di fronte al puro potere creativo, talvolta anche aggressivo e soverchiante, di Julian Schnabel. Una forza che improvvisamente ci lascia indifesi.
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