| Vi ricordiamo che Jack Hirschman sarà in Italia per un tour di letture dalla prossima settimana fine al 21 maggio.
Ecco infine la sua poesia sulla strage nel campus di Virginia Tech, per quanti non avessero avuto l'occasione di leggerla, con la traduzione di Marina Impallomeni.
Virginia Tech
JACK HIRSCHMAN
Sono io il «solitario»,
quello che ha smesso di ascoltare,
quello con la miccia nascosta,
con la morsa cieca del pugno,
con un buco nel cuore,
quello con le armi
che spara a raffica
e uccide perché, solo perché,
che ammazza a suo piacimento e, perché
non restano che i morti,
si uccide,
suicida oltre a tutti gli omicidi.
e ora sai
che effetto fa
un mercato nella vecchia Baghdad,
con le sue vittime
«nel posto sbagliato al momento sbagliato»
e perché tutto il tuo cordoglio
domani entrerà da un orecchio sordo
e uscirà dall'altro, assordante.
Virginia Tech
JACK HIRSCHMAN
The «loner» is me,
the one who stopped listening,
the one with the hidden fuse,
with the fist of blind clench,
with the hole in his heart,
the one with the cool guns
who blasts away
and kills because, just because,
who kills at will and, because
there's nothing left but the dead,
kills himself,
suicided on top of all the murders.
and now you know
what a market in old Bagdhad
feels like, with its victims
«in the wrong place at the wrong time»
and why all your mourning
is going one ear of the deaf tomorrow,
and out the deafening other.
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