 | Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli
via Nizza, 230 - 10126 Torino
Sovrane Fragilità
Porcellane delle fabbriche Reali di Capodimonte e Napoli
11 Maggio - 26 Agosto 2007
Speciale per il Polo Museale Napoletano, svela il fascino e l'arcana bellezza dei capolavori delle Manifatture Reali Borboniche di Capodimonte e di Napoli.
Le due fabbriche promosse e finanziate da Carlo di Borbone quella di Capodimonte e da suo figlio Ferdinando quella di Napoli, rappresentano le più rappresentative fra le manifatture volute dai sovrani partenopei.
Attive dal 1743 al 1759 la prima dal 1772 al 1806 la seconda, riuscirono meglio di altre coeve manifatture europee ad esprimere la cultura ed il gusto del loro tempo. Squisitamente rocaille, la fabbrica di Capodimonte, trae motivi e fonti di ispirazione dal rococò francese di Watteau e Lancret, dalle raffinatissime porcellane di Meissen ma anche dalla pittura rococò veneziana di Piazzetta o Pietro Longhi, ed infine dal gusto per la chinoiserie imperante in Europa, nel cui segno Carlo di Borbone fece eseguire - per la moglie Maria Amalia di Sassonia - il celebre Salottino di porcellana di Portici, una delle opere più importanti della manifattura tutt'oggi conservato nel Museo di Capodimonte.
Le porcellane della fabbrica di Napoli, voluta da Ferdinando IV sono simboli pregiatissimi della cultura neoclassica che si stava imponendo nel tardo Settecento grazie alle campagne di scavo di Ercolano e Pompei nelle quali furono scoperti straordinari reperti di sculture, affreschi, bronzi, suppellettili; un repertorio per gli artisti della Manifattura di modelli, forme e decori che verranno celebrati in tutta Europa.
Nella mostra saranno esposti circa 200 oggetti. Fra questi il parato d'altare con Crocifisso e candelieri, probabilmente eseguito dal capo-modellatore Gricci per il sovrano, al quale sono attribuiti altri raffinati esempi della produzione plastica della fabbrica di Capodimonte; sempre esposti in mostra fra i pezzi di vasellame più significativi quelli decorati invece dal capo-pittore Giovanni Caselli, come la Scatola da té con nature morte. Le statuine e i gruppi con scene galanti (Il Ritratto, la Scena galante con cagnolino, La Donna in marsina), insieme con altri soggetti di vita quotidiana come le maschere e i venditori ambulanti mostrano come questo "genere" derivato da Meissen si sia trasformato ed evoluto nelle mani degli artefici napoletani.
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