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Opere pubblicate: 19989
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Info sull'Opera
Francesca Pola
Francesca Pola è storica e critica dell’arte contemporanea, curatrice e pubblicista indipendente. Dal 1999 collabora all'attività didattica e di ricerca dell'Istituto di Storia dell’Arte dell’Università Cattolica di Milano e Brescia; dal 2003 è Docente di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’istituto universitario IES, The Institute for the International Education of Students di Chicago (sede di Milano). I suoi contributi hanno riguardato in particolare la scultura del XX secolo, l’arte americana dagli anni Venti al secondo dopoguerra, le esperienze cinetiche e programmate degli anni Sessanta, le ricerche astratte dagli anni Ottanta a oggi. L'Archivio Opera PIERO MANZONI L'Archivio Opera PIERO MANZONI è stato costituito dalla famiglia nel 1992 per curare l'archiviazione delle opere dell'artista. Ne sono curatori Elena e Giuseppe Manzoni di Chiosca, fratelli di Piero e curatrice junior Rosalia Pasqualino di Marineo, nipote dell’artista. Si occupa di garantire il mercato, archiviando le opere che una commissione di esperti ritiene autentiche e bonificando il mercato dai numerosi falsi in circolazione (da poco la favorevole sentenza del Tribunale di Milano che ordina al baritono Zecchillo la distruzione di 39 opere non autentiche). Nel 2000 ha affidato a Germano Celant la stesura di un Catalogo Generale, che è poi stato pubblicato da Skirà nel 2004. Oltre all'attento controllo sull’autenticità l’Archivio collabora con musei e studiosi che organizzino mostre e pubblicazione con opere dell’artista, fornendo i materiali e la supervisione necessari. Raccoglie inoltre documentazione su Piero Manzoni e il suo tempo e collabora e/o promuove ricerche storico-critiche legate all’artista. PIERO MANZONI Soncino (CR) 1933 – Milano 1963 Piero Manzoni nasce a Soncino (CR) il 13 luglio 1933; dopo gli studi liceali classici presso i Gesuiti, frequenta senza continuità le facoltà di legge e filosofia. Nel 1956 debutta come artista alla IV Fiera mercato al Castello Sforzesco di Soncino e da lì a poco partecipa al Premio S. Fedele; in questi anni dipinge sagome antropomorfe e quadri con impronte di oggetti (chiavi, chiodi, ecc.). Inizia così un’intensa attività, partecipando a collettive e firmando diversi manifesti con diversi artisti, quali Ettore Sordini, Antonio Verga, Lucio Fontana, Enrico Baj e altri, e aderendo al Movimento Arte Nucleare. Nel 1958 e 1959 realizza i primi achrome in gesso, caolino e tela grinzata o a quadrati. Sempre nel 1959, con una mostra di linee, inaugura la Galleria Azimut di Milano, che, insieme alla rivista Azimuth, è da lui voluta e promossa insieme con Enrico Castellani. Qui espone nel 1960 i corpi d’aria; nell’estate dello stesso anno soggiorna a Herning, in Danimarca, dove – grazie al mecenatismo di Aage Damgaard – può realizzare diverse opere sperimentando materiali inconsueti, tra cui la Linea di 7200 m. Mentre continua la produzione degli achrome, in cotone idrofilo, polistirolo fosforescente e cloruro di cobalto, Manzoni progetta il Placentarium, “teatro pneumatico per balletti di luce, di gas, ecc.” e nel luglio 1960 presenta a Milano la Consumazione dell’arte dinamica del pubblico divorare l’arte, performance nel corso della quale offre da mangiare al pubblico uova sode con la sua impronta digitale. In parallelo a nuovi cicli di achrome (in fibra di vetro e sintetica, peluche, pane, paglia, carta da pacco), nel 1961 Manozni inizia a firmare le persone, rendendole sculture viventi e rilasciando loro un certificato d’autenticità, mentre realizza anche le basi magiche e 90 scatolette di Merda d’Artista, “30 grammi, conservata al naturale”. In occasione di un suo secondo soggiorno a Herning, colloca la Base del Mondo, piedistallo capovolto che idealmente sostiene l’intero globo terrestre rendendolo opera d’arte. Nel 1962 Manzoni progetta con l’editore Jen Petersen un libro dalle pagine bianche Piero Manzoni. The life and the works, mentre vengono pubblicate da Vanni Scheiwiller le 8 Tavole d’accertamento, accompagnate da un testo di Vincenzo Agnetti. Continua a produrre achrome, con batuffoli di ovatta, sassi, pallini di polistirolo. Il 6 febbraio 1963, improvvisamente, nel suo studio a Milano, Manzoni muore di infarto.
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