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Info sull'Opera
Autore:
Musica
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
 -

SERGIO CAMMARIERE Il pane, il vino e la visione

di Musica

“Il pane il vino e la visione”- Ë il completamento del viaggio intrapreso da Sergio Cammariere cominciato dalla pace di un mare lontano, profondo come la memoria di una vita che Ë stata prima, proseguito lungo un sentiero che ha attraversato foreste di dolore e ampie radure di pace e giunto al pane, al vino, alle cose semplici ed essenziali lasciando la visione di un viaggio - e il desiderio di ripartire - come un’ingenuit‡ perduta e finalmente riconquistata nella sua essenza pura, nel colore che ne definisce il candore.

Questo terzo album di Sergio Ë il diario musicale di una pace ritrovata nella meravigliosa semplicit‡ di un comune sentimento d’amore, l’unico linguaggio capace di superare ogni divisione, che non necessita d’esser tradotto per esser compreso e che resta sempre riconoscibile.

Esiste un legame profondo fra l’amore cosÏ inteso e la Musica: cosÏ come il sentimento che prorompe ingenuo da uno sguardo o un gesto, un suono e un’armonia non suggeriscono un senso in se ma cercano nell’esperienza, nella sensibilit‡ e nella disponibilit‡ di chi ascolta il proprio significato.

Sergio in questo “utilizza” ogni esperienza a sua disposizione compiendo egli stesso per primo un viaggio attorno al mondo musicale, partendo dal jazz, passando per la musica italiana e francese, abbracciando ritmi e colori brasiliani e latini in generale, con un gusto raffinato, partecipe e funzionale degli arrangiamenti orchestrali.

“Non mi lasciare qui” che vede la partecipazione, di Roberto Gatto alla batteria, Luca Bulgarelli al basso, Bebo Ferra alle chitarre e di Simone Haggiag alle percussioni, Ë l’amore attonito, ancora stretto fra le labbra l’attimo prima che venga pronunciato. La Musica si dipana da un pianoforte e una chitarra che cominciano dichiarando un’urgenza, fino a sciogliersi nella coralit‡ di ariosi arrangiamenti orchestrali, scritti e diretti dal M_ Paolo Silvestri, che alternano spazi “morbidi” in cui la voce e il pianoforte disegnano momenti di pace a colpi di vento che li sollevano e che gli imprimono un rinnovato vigore.

“Malgrado poi” Ë l’amore, capace di trasformare il pianto in sorriso, Ë la forza stessa della vita, Ë la voglia di vivere e l’energia primitiva di ognuno. La Musica si fa cosÏ dinamica, una bossanova che invita alla danza come celebrazione della gioia, con il corpo spinto ad un ulteriore passo dall’incalzare di una sezione di fiati, incalzato dal pulsare del basso di Arthur Maya e dalla batteria di Jorginho Gomes.



“Canzone di Priamo” Ë l’amore per la libert‡, la forza che anima il sogno, lo sguardo rivolto sempre verso l’infinito, la curiosit‡ di guardare, la capacit‡ di capire, l’inevitabile insegnamento di ogni esperienza come nuovo punto di partenza. Accompagnato dalla tromba di Fabrizio Bosso e dal flauto di Nicola Stilo, questo brano Ë l’unica “cover” del disco; l’originale Ë “Depois do temporais” di Ivan Lins e Martins, riarrangiato da Sergio, il cui testo Ë stato adattato e riscritto da Roberto Kunstler.

“Tra i miei segreti” Ë l’amore che nasce, che cambia le prospettive e il modo di percepire le proprie emozioni. La Musica si muove dolce, si snoda lungo un percorso che va via arricchendo lo spazio sonoro di delicate sfumature, come un piccolo sorriso che lentamente si allarga in un’espressione di felicit‡ ed Ë in effetti l’Armonia e il suo divenire che empaticamente trasmette gioia, riuscendo in questo ad andare oltre il testo, oltre le parole.

“Tu sei” Ë l’amore condiviso, dichiarato, consapevole, forte nella coscienza delle propria fragilit‡. Testo e Musica sono i due amanti, l’uno prende per mano l’altra, l’uno parla come sa, l’altra risponde come deve contrappuntando al significato un significante di voce di sax tenore, suonato da Stefano di Battista, che ben pi_ della parola amore sa esprimere l’amore cosa possa essere. Un brano pieno di una grande classicit‡, figlio della migliore tradizione della musica d’autore pur rimanendo assolutamente originale nella propria riconoscibilit‡.

“Il pane il vino e la visione” Ë l’amore universale, quello che non si cura delle differenze, quello in grado di riconosce le similitudini, l’amore senza convenzioni quindi, riconoscibile da ognuno, al di la di ogni falsit‡ e falsificazione. La Musica si fa incalzante con una sezione ritmica - Amedeo Ariano alla batteria, Luca Bulgarelli al contrabbasso, Simone Haggiag e Berg Campos alle percussioni - che fa battere un cuore grande e profondo, matematico nel suo incedere preciso. Una marcia continua a cui si affianca di volta in volta la voce, il pianoforte, il lungo respiro dell’hammond e il volare impertinente ma sicuro di un violino dal suono sottile, suonato da Olen Cesari.

“E mi troverai” Ë l’amore nella sua solitudine, nel suo silenzio, sospeso nella memoria e nel ricordare. Lo spazio sonoro si svuota e si alza una brezza di piano e orchestra che accompagna parole sospese come piume che quando sembra che stiano per cadere son gi‡ cadute e han gi‡ ripreso il volo.

“Gli angeli siamo noi” Ë l’attesa dell’amore, fiduciosa e serena, sicura di un arrivo, la voglia di innamorarsi, di lasciare l’amore entrare, quando busser‡. Un’altra bossanova, ideale per descrivere il clima disteso di chi sa che tutto in fondo comincia da se stesso.


“Settembre” Ë il primo dei due brevi brani strumentali, l’atro Ë “Riflessi”, in cui il pianoforte disegna una melodia romantica venata da una sottile malinconia: Ë l’amore vissuto, ancora scaldato dal calore del sole d’estate, timoroso dell’autunno incombente.

“Non fermare ora” Ë l’amore che difende il proprio diritto ad esistere, che cerca una forma o un’altra ancora, nuova o antica che sia, per spiegarsi e per esprimersi. Un brano questo ancora caratterizzato dalla presenza della sezione fiati, che conferiscono alla musica una eleganza antica e un suadente ma convinto movimento.

“Le cose diverse” Ë l’amore personificato che coincide con lo stesso soggetto amato, come due specchi in uno scambio di reciproci riflessi. Il testo di questo brano Ë opera di Pasquale Panella mentre la musica Ë nel personale, riconoscibile e unico stile Cammariere, venata di jazz, di reminiscenze della musica autoriale francese e italiana, con un solo di tromba suonato da Fabrizio Bosso che ricorda Chet Baker per quella chiarezza espressiva in cui sono funzionali anche le note lasciate sottese, non suonate.

“Padre della notte” Ë l’Amore, declinato in forma di preziosa preghiera, il riconoscimento di un sentimento che va oltre la comprensione, Ë la speranza, Ë l’essenza immanente dell’uomo e della forza che lo trascende. “Padre della notte” Ë l’amore di una madre, il senso di appartenenza di un figlio e il padre che impara a conoscerlo. La Musica si fa evocativa, il pianoforte Ë una voce sottile e l’orchestra si apre come lo sbocciare di un fiore fino a riempire lo spazio intero del suo profumo, del suo colore.


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