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Indagine sui Superluoghi e altre cose interessanti
Due giorni di interventi e conversazioni tra arte, architettura, politica e narrazione del contemporaneo: una conferenza multidisciplinare. Giovedì 13 e venerdì 14 dicembre 2007, la Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento, in collaborazione con la rivista “Domus”, organizza, presso il Centro Congressi Panorama di Sardagna a Trento, il convegno Contro l’architettura. Indagine sui Superluoghi e altre cose interessanti, una conferenza multidisciplinare sui nuovi modi di pensare i rapporti tra architettura, arte, politica, narrazione del contemporaneo. Un grande stadio sotto l’occhio di milioni di spettatori, un campo di detenzione extraterritoriale che diventa luogo di sopraffazione per eccellenza, un museo che si srotola come una lattina spaccata. E ancora Ground Zero, un vuoto occupato da un pieno ancora informe, simbolo di una nuova fase della storia presente, Piazza Tien An Men emblema persistente di ciò che cambia e non cambia in Oriente, Chernobyl, immagine delle catastrofi della tecnologia, oppure Guantanamo, icona delle contraddittorie politiche antiterroristiche occidentali. Sono questi i Superluoghi, non solo spazi fisici o architettonici, ma concentrazioni di attenzione mediatica sorte all’improvviso dalla cronaca internazionale e ormai parte della memoria collettiva. Come raccontarli, come interpretarli, quando il loro senso non è più solo determinato dallo spazio fisico ma dall’insieme di relazioni, materiali e culturali, di cui essi diventano nodi? Viene spontaneo notare come gli strumenti più duttili e affidabili, resistenti e adattabili che possediamo per indagare questi luoghi non siano l’insieme delle competenze specificamente architettoniche o progettuali, bensì la narrazione individuale e collettiva, visiva, intrapsichica e psico-sociale, una narrazione dello spazio che a sua volta lo influenza e lo genera. Ecco perché in un mondo che costruisce sempre di più e sempre peggio è importante chiedersi se non sia necessario spostare l’attenzione della ricerca architettonica dal materiale all’immateriale, dal costruito alle relazioni che si generano all’interno di esso, coinvolgendo conseguentemente discipline che ci aiutino ad avere un quadro complessivo di ciò che l’architettura rappresenta nella società contemporanea, come l’arte, la sociologia, la filosofia, la politica, le nuove tecnologie. Ecco anche perché provare a mettere in discussione l’architettura stessa, con tutta la sua solidità, i suoi simulacri così fisicamente ed economicamente pervasivi, portati a diventare essi stessi simboli. Ecco perché metterla in relazione con altre pratiche espressive e conoscitive, dalla scrittura alla performance, che assumano su di sé la responsabilità di articolare e tramandare quegli apparati simbolici. Ecco perché è importante che gli architetti, ancor prima di girare le scene del film-città, passino un periodo considerevole a montare e rimontare la sceneggiatura di quello stesso film. Ecco perché nell’epoca dei Superluoghi è necessario essere sceneggiatori dello spazio, prima ancora di costruire. La conferenza, che si pone l’obiettivo di stimolare la nascita di un dibattito in tale direzione, è curata dall’architetto e urbanista Stefano Boeri e dallo scrittore e saggista Gianluigi Ricuperati e vedrà la partecipazione di architetti, artisti, scrittori. A portare il loro contributo saranno degli esponenti di assoluto rilievo nell’ambito delle discipline interessate, invitati a Trento per interrogarsi su quello che sarà il “futuro simbolico dell’umanità”. Le personalità coinvolte, oltre ai curatori, sono Mike Davis, teorico dell’urbanistica e storico, Jimmie Durham, artista cherokee che nella sua pratica artistica recupera materiali di scarto della società dei consumi, Dan Graham, esponente di spicco dell’arte concettuale, Derrick De Kerckhove, Direttore del McLuhan Program in Culture and Technology e docente presso l’Università di Toronto, Enzo Mari, storica firma del design italiano, Michel Maffesoli, sociologo francese che ha affrontato attraverso i suoi studi tematiche quali la postmodernità, l'analisi del quotidiano e la critica dell’individualismo confrontato col riemergere di istanze tribali, nomadi, comunitarie, Hans Ulrich Obrist storico dell’arte e critico, che ha fondato il museo Robert Walser ed ha lavorato come curatore al Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris, dove ha creato il programma denominato Migrateurs, infine Joseph Rykwert, storico dell’architettura che ha insegnato all’Università di Cambridge influenzando una intera generazione di storici e teorici dell’architettura. Nel pomeriggio del secondo giorno, i temi trattati diverranno argomento di discussione di Domus Live, una riunione di redazione del magazine a porte aperte, con gli interventi dei redattori e di alcuni dei maggiori corrispondenti di “Domus”. INTERVENGONO: Stefano Boeri Mike Davis Jimmie Durham Dan Graham Derrick De Kerckhove Enzo Mari Michel Maffesoli Hans Ulrich Obrist Gianluigi Ricuperati Joseph Rykwert
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