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Opere pubblicate: 19989
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Info sull'Opera
IL CARAVAGGIO ODESCALCHI
Le due versioni della Conversione di S. Paolo a confronto 10 – 25 novembre 2006 Roma, Chiesa di Santa Maria del Popolo Dal 10 al 25 novembre la Conversione di S. Paolo di Caravaggio della collezione Odescalchi sarà protagonista di un evento straordinario: l’opera al termine di un delicato restauro sarà esposta, dopo quattrocento anni, nella cappella Cerasi in S. Maria del Popolo, luogo per la quale fu commissionata, ma dove con ogni probabilità non trovò mai dimora. Altrettanto straordinaria sarà la possibilità di avere un confronto diretto con l’altra Conversione di San Paolo, il dipinto realizzato su tela sempre da Caravaggio - che misteriosamente sostituì la prima versione su tavola – e che dal 1605 decora la cappella di S. Maria del Popolo. L’esposizione “Il Caravaggio Odescalchi, le due versioni della Conversione di S. Paolo a confronto” è stata ideata e voluta da Rossella Vodret, Soprintendente per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico del Lazio e viene realizzata grazie alla eccezionale disponibilità della famiglia Odescalchi, proprietaria del quadro. L’evento sarà l’occasione per presentare il restauro della tavola commissionato dai proprietari e condotto sapientemente, tra giugno e ottobre 2006, da Valeria Merlini e Daniela Storti, con analisi diagnostiche di Claudio Falcucci. La prima Conversione di San Paolo, su tavola di cipresso - poco conosciuta al grande pubblico perché da sempre custodita in collezioni private – è al centro di uno dei più appassionanti enigmi caravaggeschi. La tavola, insieme al suo pendant Crocifissione di S. Pietro (perduta), fu commissionata a Caravaggio nel 1600 da Tiberio Cerasi, tesoriere generale della Camera Apostolica, cioè il Ministro del tesoro del Papa (all’epoca Clemente VIII Aldobrandini), per decorare le pareti della sua nuova cappella in S. Maria del Popolo, che l’architetto Carlo Maderno era stato incaricato di ristrutturare. I due dipinti sarebbero stati eseguiti, per contratto stipulato tra Cerasi e Caravaggio, su tavola di cipresso. Con la morte del Cerasi, avvenuta nel maggio 1601, a lavori appena iniziati, la vicenda si complica e nasce il mistero. I due dipinti che dal 1605 sono nella cappella Cerasi sono su tela e non su tavola di cipresso, come invece espressamente indicato nel contratto, mentre le due versioni su tavola, che furono certamente dipinte per prime dal grande maestro lombardo, hanno preso strade diverse si sono divise, e alla fine una sola, la Conversione di S. Paolo oggi restaurata, è giunta fino a noi Perché Caravaggio ha realizzato una seconda versione su tela al posto della prima su tavola di cipresso? L’ipotesi più accreditata – basata su un’affermazione di Giovanni Baglione storico nemico di Caravaggio - è che la prima versione su tavola venne rifiutata dal committente. La possibilità di confrontare da vicino i due dipinti caravaggeschi apre oggi nuovi affascinanti scenari. L’ipotesi che si vuole verificare in questa occasione è che sia stato lo stesso Caravaggio, forse in accordo con i proprietari, a sostituire il dipinto quando, terminati i lavori architettonici nella cappella (i quadri furono sistemati solo nel 1605), si rese conto che l’impianto compositivo della prima versione su tavola non poteva in alcun modo adattarsi all’articolato, ma troppo angusto spazio della cappella progettato da Maderno. In pratica i due quadri, impostati per essere visti da lontano, non erano materialmente visibili correttamente nella stretta cappella Cerasi. Questa ipotesi se confermata dall’esposizione del quadro Odescalchi nella cappella e dal confronto tra le due versioni, non solo risolverà il mistero del presunto “rifiuto”, ma consentirà anche una collocazione in avanti nel tempo delle versioni su tela, situandole non nel 1601 come si è creduto finora, ma verso il 1603 – 1604, a ridosso del completamento architettonico della cappella. Un’ipotesi questa di grande fascino perché permette di inserire più coerentemente le due tele nel percorso stilistico di Caravaggio e rende anche assai più comprensibile la distanza stilistica tra le due Conversioni di S. Paolo, entrambe eccelse ma espressione di linguaggi diversi, una differenza che emerge oggi con maggior prepotenza alla luce del restauro della tavola Odescalchi. L’evento è posto sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, con il patrocinio del Comune di Roma e dell’Associazione Dimore Storiche Italiane - Sezione Lazio, ed è promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Generale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici per il Lazio e dalla Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico del Lazio. È stato favorito dalla grande disponibilità di Nicoletta, Vittoria e Michele Odescalchi, e della Comunità Agostiniana di S. Maria del Popolo, nonché dal Fondo Edifici per il Culto del Ministero degli Interni È stato organizzato da ARTHEMISIA grazie al generoso contributo di ANTONVENETA ABN AMRO, con il sostegno dell’istituto per il Credito Sportivo e la partecipazione di MILESI Spa e della società ARTERIA che ne ha curato il delicatissimo trasporto. La mostra sarà aperta dalle 11 alle 21 tutti i giorni, chiuso la domenica, e l’ingresso è libero. Vernice per la stampa Giovedì 9 novembre 2006 ore 12.00 Inaugurazione Giovedì 9 novembre 2006 ore 18.30 Roma, Chiesa di Santa Maria del Popolo, piazza del Popolo Per accrediti: Ufficio Stampa Arthemisia C.so di Porta Nuova, 16 - 20121 Milano
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