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LA SCOPERTA DELL'ALBA di Veltroni Walter, Rizzoli ; 150 pag.(euro 16,00)
Brano tratto dalle prime pagine del libro che rappresenta il primo romanzo dell'attuale sindaco di Roma:
È un'alba semplice, quella di oggi. Da quando il mio orologio biologico ha cominciato a svegliarsi regolarmente all'ora in cui il giorno comincia, io ho preso a organizzare la natura dell'alba. Ho iniziato a leggere le differenze tra quelle delle diverse stagioni, a selezionare e preferire le combinazioni dei colori, le posizioni del sole. Ogni alba ha un senso, uno diverso. E un grado di intima complessità. Ma l'alba non ha dignità. Né le enciclopedie, né Google si occupano di lei. È considerata solamente una scansione del tempo che passa, un viandante invisibile e leggero. Invece non è così. Le albe che vedo da un anno, ogni giorno, sono anticipazioni di Dio. Sono silenzio e grandezza, pausa e attesa, inizio e fine, tradizione e cambiamento. Le guardo come se fossero un mondo possibile, intenso, lieve, pieno di colori. Ma qui, nella soffitta dove mi rifugio appena sveglio, non siamo soli, l'alba e io. Ci sono molti compagni: il respiro di mia moglie che dorme nella stanza vicina, i denti digrignati a intervalli regolari da mia figlia Stella e una musica lontana che si diffonde dalle cuffie dell'iPod che mio figlio non ha saputo spegnere prima di addormentarsi. Cosi, perso per perso, accendo il televisore e lo lascio muto, come un colore di traverso. E ogni tanto sposto gli occhi. E mi sembra, nel fresco del mattino, di poter vivere in pochi istanti il senso del nostro tempo. La meravigliosa possibilità dell'alba, i suoi colori che annunciano, prevedono, ingannano. Il senso lieve di un tempo come speranza. Poi quelle tinte di traverso, forti come un grido. Non ho bisogno delle parole della tv che è, comunque, muta. Vedo il rosso del sangue e quell'impiastro di colori che sono le carcasse delle auto esplose. Vedo il blu diventato grigio del mare che si riduce a onda, enorme onda. Vedo il celeste pacchiano dei costumi ridotti di ballerine che non ballano.
Quale è la realtà? Ciò che viene prima come l'alba o ciò che viene dopo come la televisione? È una stagione difficile per me, perché sono insieme alba e tramonto, speranza e delusione. Perché il tempo mi sfugge e mi sembra, riguardandola, che la mia vita sia stata giusta ma piccola. Che la mia alba e il mondo che essa rischiara avrebbero meritato di più da uno come me.
Da anni, all'Archivio di Stato, mi occupo di raccogliere, catalogare, leggere e riassumere i diari che i miei contemporanei non smettono di scrivere. Piccole opere, stampate spesso a spese degli stessi autori, nelle quali ciascuno, arrivato a una stazione della vita, sente il bisogno di raccontare al mondo la sua esistenza. Di renderla, così, eterna. Di farla grande perché è la carta, che resiste al tempo, che fa divenire quella vita unica. Non un elenco di giorni dimenticabili ma una sequenza di eventi serrati. Forse veri, forse falsi. Forse illusioni di ricordo, forti come una memoria autentica. Costruzioni della volontà, rimpianti di quello che si sarebbe potuto fare trasformati in ciò che si è fatto. Sono storie di piccoli eroi, di illusioni perdute, di sogni inseguiti inutilmente. Sono storie di mogli e commilitoni, di figli e di capuffici, di amici perduti sempre troppo presto, di animali fedeli e di fotografie indispensabili. Sono storie piccole nella grande storia. È questo che mi piaceva, quando ho iniziato. Vivere molte vite. Vite vere, non inventate come quelle dei romanzi. Ho letto migliaia di diari, ho conosciuto migliaia di persone, ho sofferto e gioito con loro. Sono stato padre, figlio, compagno di battaglia, vicino di banco, passeggero di treno, artista del circo, macchinista, atleta e martire. Ho vissuto migliaia di vite, cercando la mia. In quelle pagine lette in solitudine nella mia stanza sentendo musica da pianoforte, lieve lieve, ho anche cercato conforto e risposte. Ho cercato i precedenti della mia vita, le albe a rovescio. In quelle migliaia di piccoli, poveri libri divisi per stagione storica, per tema, per area geografica ho trovato le pagine che potevano parlare e consigliare la mia esistenza quando la terra tremava e io non trovavo appoggi.
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