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Opere pubblicate: 19992
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Info sull'Opera
D’umido è impregnata la notte. Solitaria è la strada, passa l’ultimo viandante, porta a riposo solo membra stanche. Suonator d’osteria, la chitarra appesa alle sue spalle lento lo spinge. Sfugge il lampione un tenero ubriaco, quasi ha vergogna, cerca oscurità. Strisciando molli gambe sul selciato, a tratti sosta, “parlotta” al mondo, poi, barcollante va senza più meta; ma nell’oblìo del vino, c’ha cercato, forse ha trovato, ancor per poco, la sua dignità D’umido è impregata la notte. Non v’è tepor nel buio: dentro la stasi dell’oscurità si muovono i “padroni” delle strade, son quei c’hanno ben poco da sognar! Saranno i primi a riscaldarsi al Sole, allora il sonno li sopranderà. Chissà se riusciranno nel tepore ad inseguire, almeno in sogno, la felicità!
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