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Opere pubblicate: 19992
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Info sull'Opera
Voce d’uomo non s’ode, né canto di gallo o rumore d’arnesi, né profumo o ristagno d’odori s’avverte, né finestre, né porte di grossi gerani e di rose s’adornano. Or, pigro ed estraneo un treno sferraglia annunciato dal suo campanello. Un latrato di cane lontano. Poi soltanto silenzio e silenzio: urlo lacerante che fende la volta del Cielo. Abbandonato un carretto, dimora di ragni e formiche, foglie secche hanno ornato. Più non cigola, dall’immobile silenzio legato. Non vi sono più fiori nel prato ma sterpaglie pungenti e contorte. Non vi sono più frutti nel campo e vuote le spighe si disfano. Orme svanite, che sterpi di paglia han coperto, - sulla terra un tempo battuta - dinanzi a un pollaio: chè la vita svanita il suo posto alla morte ha lasciato. Ora, lento percorre e accarezza l’attonito sguardo un cortile che fu un tempo di voci, di risa, di grida gioiose tonante: teatro di vita che corse veloce ed ignara di trovare anzi tempo improvviso il traguardo. Così fu! Ora è - con l’abbandonato carretto - dimora di ragni e formiche: immenso abbandono del tutto! Ancora mi struggo a guardare… e dall’ Anima esplode silente il mio inutile pianto. Pubblicata su “ORIZZONTI”, rubrica Antologia poetica Anno VIII - n° 24, Agosto-Novembre 2004 Aletti Editore
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