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Opere pubblicate: 19994
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Info sull'Opera
I. Cui dono
Cui dono lepidum novum libellum arida modo pumice expolitum? Corneli, tibi: namque tu solebas meas esse aliquid putare nugas iam tum, cum ausus es unus Italorum omne aevum tribus explicare cartis doctis, Iuppiter, et laboriosis. quare habe tibi quidquid hoc libelli qualecumque; quod, o patrona virgo, plus uno maneat perenne saeclo. COMPRENSIONE ITALIANA: A chi dono… A chi dono un simpatico nuovo libretto Appena ripulito con secca pomice? Cornelio, a te: tu difatti solevi pensare valer qualcosa le mie cosucce già allora, quando hai osato unico degli Italici spiegare tutta la storia con tre libri dotti, per Giove, e complessi. Dunque tieniti quanto più questo di libretto quale che sia; ma lui, o vergine patrona, duri perenne più di un secolo. Simpatica dedica amicale in cui Catullo con raffinata eleganza contrappone alla ponderosa e colta produzione di Cornelio le proprie "cosucce-nugae", che aspirano, grazie alla Musa, ad un perenne ricordo letterario (Fabia). Metro falecio: si compone di cinque piedi. Il primo può essere trocheo, spondeo, giambo; il secondo è dattilo; gli altri tre sono trochei. Cornelio Nepote ( ca. 99-24 a. C.), nativo della Gallia Cisalpina (Pavia ?), fu autore di narrazioni storiche, imperniate spesso sugli uomini illustri. Vergine patrona: si intende la Musa oppure Minerva, dea della Sapienza. II. Passer, deliciae meae puellae Passer, deliciae meae puellae, quicum ludere, quem in sinu tenere, cui primum digitum dare appetenti et acris solet incitare morsus, cum desiderio meo nitenti karum nescio quid libet iocari et solaciolum sui doloris, credo ut tum gravis acquiescat ardor: tecum ludere sicut ipsa possem et tristis animi levare curas! COMPRENSIONE ITALIANA: Il passero, delizia della mia ragazza… Il passero, delizia della mia ragazza, con cui suole giocare, e tenerlo in seno, ed a lui bramoso dare la punta del dito ed eccitare focosi morsi, quando alla mia splendida malinconia piace scherzare a non so che di caro e piccolo sollievo del suo dolore, credo perché allora s'acquieti il forte ardore: teco potessi come lei giocare ed alleviare le tristi pene del cuore! Grazia, raffinatezza, gioco amoroso, ingenuità quasi infantile sono caratteri peculiari di un dolce slancio adolescenziale sempre sognante (Beatrice). Metro falecio: si compone di cinque piedi. Il primo può essere trocheo, spondeo, giambo; il secondo è dattilo; gli altri tre sono trochei IIb. Tam gratum Tam gratum est mihi quam ferunt puellae pernici aureolum fuisse malum, quod zonam solvit diu ligatam. COMPRENSIONE ITALIANA: Tanto gradito… Tanto gradito mi è quanto dicono lo fosse stata per la ragazza veloce la mela doraticcia, che sciolse la cintura a lungo legata Fascinoso come un gioiello, fugace come fatata visione ha la bellezza di un reperto: mutilo sì…, ma multicolore (Paola). Metro falecio: si compone di cinque piedi. Il primo può essere trocheo, spondeo, giambo; il secondo è dattilo; gli altri tre sono trochei. Ragazza veloce: si menziona il mito di Atalanta. Era una giovane velocissima nella corsa. Sfidava alla corsa tutti i pretendenti, che dopo aver vinto uccideva. Solo Ippomene, lascando cadere delle mele d'oro nella corsa, invogliò la ragazza a fermarsi ed a raccoglierle. Atalanta così si sposò. III. Lugete Lugete, o Veneres Cupidinesque, et quantum est hominum venustiorum: passer mortuus est meae puellae, passer, deliciae meae puellae, quem plus illa oculis suis amabat. nam mellitus erat suamque norat ipsam tam bene quam puella matrem, nec sese a gremio illius movebat, sed circumsiliens modo huc modo illuc ad solam dominam usque pipiabat. qui nunc it per iter tenebricosum illuc, unde negant redire quemquam. at vobis male sit, malae tenebrae Orci, quae omnia bella devoratis: tam bellum mihi passerem abstulistis o factum male! o miselle passer! tua nunc opera meae puellae flendo turgiduli rubent ocelli. COMPRENSIONE ITALIANA: Piangete Piangete, o Veneri e Cupidi, e quanto c'è di uomini più belli: il passero della mia ragazza è morto, il passero, delizia della mia ragazza, che lei amava più dei suoi occhi. Era dolcissimo e la riconosceva proprio così bene come una ragazza la sua mamma, e non si muoveva dal suo grembo, ma saltellando attorno or qua or là sempre verso la sola padrona pigolava. Ma lui adesso va per strada tenebrosa là, dove dicono nessuno ritorni. Ma siate maledette voi, malvage tenebre dell'Orco, che divorate tutte le beltà: Un passero così bello mi toglieste, o brutta sorte! O passer poverino! Ora per opera tua alla mia ragazza piangendo un po' gonfi s'arrossano gli occhietti Dentro il nido c'è una tragedia e ancora un gioco: di occhi, di piccoli gesti, di segni impercettibili, ma coinvolgenti. Fascinosa vocalità e dolce melodia accompagnano ritmici e suadenti singulti (Giuseppe). Metro falecio: si compone di cinque piedi. Il primo può essere trocheo, spondeo, giambo; il secondo è dattilo; gli altri tre sono trochei. Cupidi: si tratta del figlio di Venere, chiamato anche Cupido-Amore. Orco: divinità degli Inferi, qui designa l'Oltretomba stessa.
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