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IL TEATRO DEL NON SIGNIFICATO
OMAGGIO A BECKETT CON LA PROIEZIONE DI FILM E CLOWNERIE VENERDI’ AL CANDIANI E’ dedicato a Samuel Beckett, in occasione del centenario della sua nascita, l’omaggio in programma al Centro Candiani venerdì 16 alle ore 17.30 con la proiezione di Film e Clownerie accompagnate da letture in sala, dal vivo, di Franco Ventimiglia. L’evento è organizzato dalla Videoteca di Mestre e da Venezia – Progetti in collaborazione con ASAC Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia. Il linguaggio teatrale innovativo e la realtà-irreale sulla quale l’artista irlandese fortemente insiste attraverso una stilizzazione sempre più curata ed estremizzata del suo linguaggio, rivivranno in Film, il suo unico lavoro cinematografico. Girato in bianco e nero il cortometraggio narra la vicenda di un uomo, interpretato da Buster Keaton, che cerca di fuggire allo sguardo della cinepresa che insistentemente lo segue e, in un’escalation di ironia beckettiana, ad ogni altro sguardo. Vero e proprio dramma delle percezioni Film parla allo spettatore solo attraverso le immagini, senza colonna sonora, né suono in presa diretta, con un finale che lascia spazio a pochi dubbi. Attraverso il volto di un Buster Keaton terrorizzato che guarda fisso nella macchina da presa, e quindi nei nostri occhi, Beckett ci fa riflettere sul valore che diamo, o che dovremmo dare, alla nostra percezione. A seguire la proiezione di Clownerie, tre atti unici Atto senza parole, Ceneri, Commedia, rappresentato per la prima volta alla Biennale Teatro del 1975 da Luca Ronconi e poi realizzato, in video da RAI TRE VENETO, con la regia di Dario Ventimiglia. Le tre pièces scelte rappresentano tre momenti del processo di frantumazione e di progressivo sfaldamento di un mondo all'interno del quale ciascun individuo, persi oramai i connotati qualificanti della propria soggettività, gioca un ruolo indistinto, inserito in un magma anonimo e corale. Proprio questa grande unità, spiega l’atmosfera da circo nella quale sono stati accomunati i tre atti unici, linea ideale di mediazione tra un linguaggio cristallino e apollineo e una gestualità quasi dionisiaca, attraverso la quale si sviluppa il legame costante alle forme primitive dello spettacolo drammatico. Il circo diventa così il luogo nel quale una sottile e velata ironia ci beffa costruendo un'immagine della nostra esistenza che è essa stessa “commedia”. Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti
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