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Opere pubblicate: 19994
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Info sull'Opera
O tempo, o ciel volubil, che fuggendo
inganni i ciechi e miseri mortali, o dí veloci, più che vento e strali, ora ab experto vostre frodi intendo; ma scuso voi, e me stesso riprendo, ché Natura a volar v’aperse l’ali, a me diede occhi, et io pur ne’ miei mali li tenni, onde vergogna e dolor prendo. E sarebbe ora, et è passata omai, di rivoltarli, in più secura parte, e poner fine a l’infiniti guai; né dal tuo giogo, Amor, l’alma si parte, ma dal suo mal; con che studio tu ’l sai; non a caso è vertute, anzi è bell’arte.
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