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Opere pubblicate: 19994
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Info sull'Opera
I dí miei, più leggier che nesun cervo,
fuggir come ombra; e non vider più bene ch’un batter d’occhio, e poche ore serene, ch’amare e dolci ne la mente servo. Misero mondo, instabile e protervo, del tutto è cieco chi ’n te pon sua spene: ché ’n te mi fu ’l cor tolto; et or sel tène tal ch’è già terra, e non giunge osso a nervo. Ma la forma miglior, che vive ancóra, e vivrà sempre su ne l’alto cielo, di sue bellezze ogni or più m’innamora; e vo, sol in pensar, cangiando il pelo, qual ella è oggi, e ’n qual parte dimora, qual a vedere il suo leggiadro velo.
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