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Opere pubblicate: 19994
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Info sull'Opera
Al cader d’una pianta che si svelse
come quella che ferro o vento sterpe, spargendo a terra le sue spoglie eccelse, mostrando al sol la sua squalida sterpe, vidi un’altra ch’Amor obietto scelse, subietto in me Calliope e Euterpe; che ’l cor m’avinse, e proprio albergo fêlse, qual per trunco o per muro edera serpe. Quel vivo lauro, ove solean far nido li alti penseri e i miei sospiri ardenti, che de’ bei rami mai non mossen fronda, al ciel translato, in quel suo albergo fido lasciò radici, onde con gravi accenti è ancor chi chiami, e non è chi risponda.
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