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Opere pubblicate: 19994
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Info sull'Opera
Quella per cui con Sorga ho cangiato Arno,
con franca povertà serve ricchezze, volse in amaro sue sante dolcezze, ond’io già vissi, or me ne struggo e scarno. Da poi più volte ho ritrovato indarno al secol che verrà l’alte bellezze pinger cantando, a ciò che l’ame e prezze; né col mio stile il suo bel viso incarno. Le lode mai non d’altra, e proprie sue, che ’n lei fûr come stelle in cielo sparte, pur ardisco ombreggiare, or una, or due; ma poi ch’i’ giungo a la divina parte, ch’un chiaro e breve sole al mondo fue, ivi manca l’ardir, l’ingegno e l’arte.
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