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Opere pubblicate: 19994
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Info sull'Opera
I’ mi soglio accusare, et or mi scuso,
anzi me pregio, e tengo assai più caro de l’onesta pregion, del dolce amaro colpo, ch’i’ portai già molt’anni chiuso. Invide Parche, sí repente il fuso troncaste, ch’attorcea soave e chiaro stame al mio laccio, e quello aurato e raro strale, onde morte piacque oltra nostro uso! Ché non fu d’allegrezza a’ suoi dí mai, di libertà, di vita alma sí vaga, che non cangiasse ’l suo natural modo, togliendo anzi per lei sempre trar guai, che cantar per qualunque, e di tal piaga morir contenta, e vivere in tal nodo.
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