| La vita fugge e non s’arresta un’ora,
e la morte vien dietro a gran giornate,
e le cose presenti, e le passate
mi dànno guerra, e le future ancóra;
e ’l rimembrare e l’aspettar m’accora
or quinci or quindi, sí che ’n veritate,
se non ch’i’ ho di me stesso pietate,
i’ sarei già di questi pensier fòra.
Tornami avante s’alcun dolce mai
ebbe ’l cor tristo; e poi da l’altra parte
veggio al mio navigar turbati i vènti;
veggio fortuna in porto, e stanco omai
il mio nocchier, e rotte àrbore e sarte,
e i lumi bei, che mirar soglio, spenti.
(Componimento CCLXXII, da 'Il Canzoniere')
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