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Opere pubblicate: 19994
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Info sull'Opera
Far potess’io vendetta di colei
che guardando, e parlando, mi distrugge, e per più doglia poi s’asconde e fugge, celando li occhi, a me sí dolci e rei. Cosí li afflitti e stanchi spirti mei a poco a poco consumando sugge; e ’n sul cor, quasi fiero leon, rugge la notte allor quand’io posar devrei. L’alma, cui Morte del suo albergo caccia, da me si parte; e di tal nodo sciolta, vassene pur a lei che la minaccia. Meravigliomi ben, s’alcuna volta, mentre le parla, e piange, e poi l’abbraccia, non rompe il sonno suo, s’ella l’ascolta.
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