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Opere pubblicate: 19994
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Info sull'Opera
Anzi tre dí creata era alma in parte
da por sua cura in cose altère e nove, e dispregiar di quel ch’a molti è ’n pregio. Questa ’ncor dubbia del fatal suo corso, sola, pensando, pargoletta, e sciolta, intrò in primavera in un bel bosco. Era un tenero fior nato in quel bosco il giorno avanti, e la radice in parte ch’appressar no ’l poteva anima sciolta; ché v’eran di lacciuo’ forme sí nove, e tal piacer precipitava al corso, che perder libertate ivi era in pregio. Caro, dolce, alto, e faticoso pregio, che ratto mi volgesti al verde bosco, usato di sviarne a mezzo ’l corso! Et ho cerco poi ’l mondo a parte a parte, se versi, o petre, o suco d’erbe nove, mi rendesser un dí la mente sciolta. Ma, lasso!, or veggio che la carne sciolta fia di quel nodo, ond’è ’l suo maggior pregio, prima che medicine, antiche o nove, saldin le piaghe ch’i’ presi in quel bosco, folto di spine; ond’i’ ho ben tal parte, che zoppo n’esco, e intrâvi a sí gran corso. Pien di lacci e di stecchi un duro corso aggio a fornire, ove leggera e sciolta pianta avrebbe uopo, e sana d’ogni parte. Ma tu, Signor, c’hai di pietate il pregio, porgimi la man destra, in questo bosco; vinca ’l tuo sol le mie tenebre nove. Guarda ’l mio stato, a le vaghezze nove, che ’nterrompendo di mia vita il corso, m’han fatto abitador d’ombroso bosco; rendimi, s’esser pò, libera e sciolta l’errante mia consorte; e fia tuo ’l pregio, s’ancor teco la trovo in miglior parte. Or ecco in parte le question mie nove: s’alcun pregio in me vive, o ’n tutto è corso, o l’alma sciolta, o ritenuta al bosco.
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