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Opere pubblicate: 19994
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Info sull'Opera
A la dolce ombra de le belle frondi
corsi fuggendo un dispietato lume che ’n fin qua giù m’ardea dal terzo cielo; e disgombrava già di neve i poggi l’aura amorosa che rinova ’l tempo, e fiorian per le piagge l’erbe e i rami. Non vide il mondo sí leggiadri rami, né mosse il vento mai sí verdi frondi, come a me si mostrâr quel primo tempo; tal che temendo de l’ardente lume, non volsi al mio refugio ombra di poggi, ma de la pianta più gradita in cielo. Un lauro mi difese allor dal cielo; onde più volte, vago de’ bei rami, da po’ son gito per selve e per poggi; né già mai ritrovai tronco né frondi tanto onorate dal superno lume, che non mutasser qualitate e tempo. Però più fermo ogni or di tempo in tempo, seguendo ove chiamar m’udia dal cielo, e scorto d’un soave e chiaro lume, tornai sempre devoto a i primi rami e quando a terra son sparte le frondi e quando il sol fa verdeggiar i poggi. Selve, sassi, campagne, fiumi, e poggi, quanto è creato, vince e cangia il tempo; ond’io cheggio perdóno a queste frondi, se rivolgendo poi molt’anni il cielo, fuggir disposi gl’invescati rami tosto ch’incominciai di veder lume. Tanto mi piacque prima il dolce lume ch’i’ passai con diletto assai gran poggi per poter appressar gli amati rami; ora la vita breve, e ’l loco, e ’l tempo mostranmi altro sentier di gire al cielo, e di far frutto non pur fiore e frondi. Altr’amor, altre frondi, et altro lume, altro salir al ciel per altri poggi cerco, ché n’è ben tempo, et altri rami.
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