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Opere pubblicate: 19994
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Info sull'Opera
Poi che ’l camin m’è chiuso di mercede,
per desperata via son dilungato da gli occhi ov’era [i’ non so per qual fato] riposto il guidardon d’ogni mia fede. Pasco ’l cor di sospir, ch’altro non chiede, e di lagrime vivo, a pianger nato: né di ciò duolmi, perché in tale stato è dolce il pianto più ch’altri non crede. E sol ad una imagine m’attegno, che fe’ non Zeusi, o Prasitele, o Fidia, ma il miglior mastro, e di più alto ingegno. Qual Scizia m’assicura, o qual Numidia, s’ancor non sazia del mio essilio indegno, così nascosto mi ritrova invidia?
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