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Opere pubblicate: 19994
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Info sull'Opera
Se col cieco desir che ’l cor distrugge,
contando l’ore no m’inganno io stesso, ora, mentre ch’io parlo, il tempo fugge ch’a me fu inseme et a mercé promesso. Qual ombra è sì crudel che ’l seme adugge ch’al disiato frutto era sì presso? e dentro dal mio ovil qual fera rugge? tra la spiga e la man qual muro è messo? Lasso!, no ’l so; ma sì conosco io bene che per far più dogliosa la mia vita Amor m’addusse in sì gioiosa spene. Et or di quel ch’i’ ho letto mi sovene, che nanzi al dì de l’ultima partita uomo beato chiamar non si convene.
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