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Opere pubblicate: 20007
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Info sull'Opera
Il mio adversario, in cui veder solete
gli occhi vostri ch’amore e ’l ciel onora, colle non sue bellezze v’innamora, più che ’n guisa mortal soavi e liete. Per consiglio di lui, donna, m’avete scacciato del mio dolce albergo fòra: misero essilio! avegna ch’i’ non fôra d’abitar degno ove voi sola siete. Ma s’io v’era con saldi chiovi fisso, non dovea specchio farvi per mio danno, a voi stessa piacendo, aspra e superba. Certo, sé vi rimembra di Narcisso, questo e quel corso ad un termine vanno; ben che di sì bel fior sia indegna l’erba.
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