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Opere pubblicate: 19994
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Info sull'Opera
O aspectata in ciel beata et bella
anima che di nostra humanitade vestita vai, non come l'altre carca: perché ti sian men dure omai le strade, a Dio dilecta, obediente ancella, onde al suo regno di qua giù si varca, ecco novellamente a la tua barca, ch'al cieco mondo à già volte le spalle per gir al miglior porto, d'un vento occidental dolce conforto; lo qual per mezzo questa oscura valle, ove piangiamo il nostro et l'altrui torto, la condurrà de' lacci antichi sciolta, per dritissimo calle, al verace oriente ov'ella è volta. Forse i devoti et gli amorosi preghi et le lagrime sancte de' mortali son giunte inanzi a la pietà superna; et forse non fur mai tante né tali che per merito lor punto si pieghi fuor de suo corso la giustitia eterna; ma quel benigno re che 'l ciel governa al sacro loco ove fo posto in croce gli occhi per gratia gira, onde nel petto al novo Karlo spira la vendetta ch'a noi tardata nòce, sì che molt'anni Europa ne sospira: così soccorre a la sua amata sposa tal che sol de la voce fa tremar Babilonia, et star pensosa. Chiunque alberga tra Garona e 'l monte e 'ntra 'l Rodano e 'l Reno et l'onde salse le 'nsegne cristianissime accompagna; et a cui mai di vero pregio calse, dal Pireneo a l'ultimo orizonte, con Aragon lassarà vòta Hispagna; Inghilterra con l'isole che bagna l'Occeano intra 'l Carro et le Colonne, infin là dove sona doctrina del sanctissimo Elicona, varie di lingue et d'arme, et de le gonne, a l'alta impresa caritate sprona. Deh qual amor sì licito o sì degno, qua' figli mai, qua' donne furon materia a sì giusto disdegno? Una parte del mondo è che si giace mai sempre in ghiaccio et in gelate nevi tutta lontana dal camin del sole: là sotto i giorni nubilosi et brevi, nemica natural-mente di pace, nasce una gente a cui il morir non dole. Questa se, più devota che non sòle, col tedesco furor la spada cigne, turchi, arabi et caldei, con tutti quei che speran nelli dèi di qua dal mar che fa l'onde sanguigne, quanto sian da prezzar, conoscer dêi: popolo ignudo paventoso et lento, che ferro mai non strigne, ma tutti colpi suoi commette al vento. Dunque ora è 'l tempo da ritrare il collo dal giogo antico, et da squarciare il velo ch'è stato avolto intorno agli occhi nostri, et che 'l nobile ingegno che dal cielo per gratia tien' de l'immortale Apollo, et l'eloquentia sua vertù qui mostri or con la lingua, or co' laudati incostri: perché d'Orpheo leggendo et d'Amphione se non ti meravigli, assai men fia ch'Italia co' suoi figli si desti al suon del tuo chiaro sermone, tanto che per Iesù la lancia pigli; che s'al ver mira questa anticha madre, in nulla sua tentione fur mai cagion' sì belle o sì leggiadre. Tu ch'ài, per arricchir d'un bel thesauro, volte l'antiche et le moderne carte, volando al ciel colla terrena soma, sai da l'imperio del figliuol de Marte al grande Augusto che di verde lauro tre volte triumphando ornò la chioma, ne l'altrui ingiurie del suo sangue Roma spesse fiate quanto fu cortese: et or perché non fia cortese no, ma conoscente et pia a vendicar le dispietate offese, col figliuol glorioso di Maria? Che dunque la nemica parte spera ne l'umane difese, se Cristo sta da la contraria schiera? Pon' mente al temerario ardir di Xerse, che fece per calcare i nostri liti di novi ponti oltraggio a la marina; et vedrai ne la morte de' mariti tutte vestite a brun le donne perse, et tinto in rosso il mar di Salamina. Et non pur questa misera ruina del popolo infelice d'oriente victoria t'empromette, ma Marathona, et le mortali strette che difese il leon con poca gente, et altre mille ch'ài ascoltate et lette: perché inchinare a Dio molto convene le ginocchia et la mente, che gli anni tuoi riserva a tanto bene. Tu vedrai Italia et l'onorata riva, canzon, ch'agli occhi miei cela et contende non mar, non poggio o fiume, ma solo Amor che del suo altero lume più m'invaghisce dove più m'incende: né Natura può star contra 'l costume. Or movi, non smarrir l'altre compagne, ché non pur sotto bende alberga Amor, per cui si ride et piagne.
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