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Opere pubblicate: 19994
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Info sull'Opera
Era in penser d'amor quand' i' trovai
due foresette nove. L'una cantava: - E' piove gioco d'amore in noi - . Era la vista lor tanto soave e tanto queta, cortese e umìle, ch'i' dissi lor: - Vo', portate la chiave di ciascuna vertù alta e gentile. Deh, foresette, no m'abbiate a vile per lo colpo ch'io porto; questo cor mi fue morto poi che 'n Tolosa fui. - Elle con gli occhi lor si volser tanto che vider come 'l cor era ferito e come un spiritel nato di pianto era per mezzo de lo colpo uscito. Poi che mi vider così sbigottito, disse l'una, che rise: - Guarda come conquise forza d'amor costui! - L'altra, pietosa, piena di mercede, fatta di gioco in figura d'amore, disse: - 'L tuo colpo, che nel cor si vede, fu tratto d'occhi di troppo valore, che dentro vi lasciaro uno splendore ch'i' nol posso mirare. Dimmi se ricordare di quegli occhi ti puoi - . Alla dura questione e paurosa la qual mi fece questa foresetta, i' dissi: - E' mi ricorda che 'n Tolosa donna m'apparve, accordellata istretta, Amor la qual chiamava la Mandetta; giunse sì presta e forte, che fin dentro, a la morte, mi colpir gli occhi suoi - . Molto cortesemente mi rispuose quella che di me prima avea riso. Disse: - La donna che nel cor ti pose co la forza d'amor tutto 'l su' viso, dentro per li occhi ti mirò sì fiso, ch'Amor fece apparire. Se t'è greve 'l soffrire, raccomàndati a lui - . Vanne a Tolosa, ballatetta mia, ed entra quetamente a la Dorata, ed ivi chiama che per cortesia d'alcuna bella donna sie menata dinanzi a quella di cui t'ho pregata; e s'ella ti riceve, dille con voce leve: - Per merzé vegno a voi - .
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