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Opere pubblicate: 19994
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Info sull'Opera
Il burattinaio Mangiafoco che (questo era il suo nome) pareva un uomo spaventoso, non dico di no, specie con quella sua barbaccia nera che, a uso grembiale, gli copriva tutto il petto e tutte le gambe; ma nel fondo poi non era un cattiv'uomo. Prova ne sia che quando vide portarsi davanti quel povero Pinocchio, che si dibatteva per ogni verso, urlando ``Non voglio morire, non voglio morire!'', principiò subito a commuoversi e a impietosirsi e, dopo aver resistito un bel pezzo, alla fine non ne poté più, e lasciò andare un sonorissimo starnuto.
A quello starnuto, Arlecchino, che fin allora era stato afflitto e ripiegato come un salcio piangente, si fece tutto allegro in viso, e chinatosi verso Pinocchio, gli bisbigliò sottovoce: - Buone nuove, fratello. Il burattinaio ha starnutito, e questo è segno che s'è mosso a compassione per te, e oramai sei salvo. Perché bisogna sapere che, mentre tutti gli uomini, quando si sentono impietositi per qualcuno, o piangono o per lo meno fanno finta di rasciugarsi gli occhi, Mangiafoco, invece, ogni volta che s'inteneriva davvero, aveva il vizio di starnutire. Era un modo come un altro, per dare a conoscere agli altri la sensibilità del suo cuore. Dopo aver starnutito, il burattinaio, seguitando a fare il burbero, gridò a Pinocchio: - Finiscila di piangere! I tuoi lamenti mi hanno messo un'uggiolina in fondo allo stomaco... Sento uno spasimo, che quasi quasi... Etcì etcì - e fece altri due starnuti. - Felicità! - disse Pinocchio. - Grazie! E il tuo babbo e la tua mamma sono sempre vivi? - gli domandò Mangiafoco. - Il babbo, sì la mamma non l'ho mai conosciuta. - Chi lo sa che dispiaeere sarebbe per il tuo vecchio padre, se ora ti facessi gettare fra quei carboni ardenti! Povero vecchio! lo compatiseo!.. Etcì etcì etcì - e fece altri tre starnuti. - Felicità! - disse Pinocchio. - Grazie! Del resto bisogna compatire anche me, perché, come vedi, non ho più legna per finire di cuocere quel montone arrosto, e tu, dico la verità, in questo caso mi avresti fatto un gran comodo! Ma oramai mi sono impietosito e ci vuol pazienza. Invece di te, metterò a bruciare sotto lo spiedo qualche burattino della mia Compagnia... Olà, giandarmi! A questo comando comparvero subito due giandarmi di legno, lunghi lunghi, secchi secchi, col cappello a lucerna in testa e colla sciabola sfoderata in mano. Allora il burattinaio disse loro con voce rantolosa: - Pigliatemi lì quell'Arlecchino, legatelo ben bene, e poi gettatelo a bruciare sul fuoco. Io voglio che il mio montone sia arrostito bene! Figuratevi il povero Arlecchino! Fu tanto il suo spavento, che le gambe gli si ripiegarono e cadde bocconi per terra. Pinocchio, alla vista di quello spettacolo straziante, andò a gettarsi ai piedi del burattinaio e piangendo dirottamente e bagnandogli di lacrime tutti i peli della lunghissima barba, cominciò a dire con voce supplichevole: - Pietà, signor Mangiafoco!... - Qui non ci son signori! - replicò duramente il burattinaio. - Pietà, signor Cavaliere!... - Qui non ci son cavalieri! - Pietà, signor Commendatore!... - Qui non ci son commendatori! - Pietà, Eccellenza!... A sentirsi chiamare Eccellenza il burattinaio fece subito il bocchino tondo, e diventato tutt'a un tratto più umano e più trattabile, disse a Pinocchio: - Ebbene, che cosa vuoi da me? - Vi domando grazia per il povero Arlecchino!... - Qui non c'è grazia che tenga. Se ho risparmiato te, bisogna che faccia mettere sul fuoco lui, perché io voglio che il mio montone sia arrostito bene. - In questo caso, - gridò fieramente Pinocchio, rizzandosi e gettando via il suo berretto di midolla di pane, - in questo caso conosco qual è il mio dovere. Avanti, signori giandarmi! Legatemi e gettatemi là fra quelle fiamme. No, non è giusta che il povero Arlecchino, il vero amico mio, debba morire per me!... Queste parole, pronunziate con voce alta e con accento eroico, fecero piangere tutti i burattini che erano presenti a quella scena. Gli stessi giandarmi, sebbene fossero di legno, piangevano come due agnellini di latte. Mangiafoco, sul principio, rimase duro e immobile come un pezzo di ghiaccio: ma poi, adagio adagio, cominciò anche lui a commuoversi e a starnutire. E fatti quattro o cinque starnuti, aprì affettuosamente le braccia e disse a Pinocchio: - Tu sei un gran bravo ragazzo! Vieni qua da me e dammi un bacio. Pinocchio corse subito, e arrampicandosi come uno scoiattolo su per la barba del burattinaio, andò a posargli un bellissimo bacio sulla punta del naso. - Dunque la grazia è fatta? - domandò il povero Arlecchino, con un fil di voce che si sentiva appena. - La grazia è fatta! - rispose Mangiafoco: poi soggiunse sospirando e tentennando il capo: - Pazienza! Per questa sera mi rassegnerò a mangiare il montone mezzo crudo, ma un'altra volta, guai a chi toccherà!... Alla notizia della grazia ottenuta, i burattini corsero tutti sul palcoscenico e, accesi i lumi e i lampadari come in serata di gala, cominciarono a saltare e a ballare. Era l'alba e ballavano sempre.
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