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Opere pubblicate: 19994
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Info sull'Opera
Madre de' Santi, immagine
Della città superna; Del Sangue incorruttibile Conservatrice eterna; Tu che, da tanti secoli, Soffri, combatti e preghi, Che le tue tende spieghi Dall'uno all'altro mar; Campo di quei che sperano; Chiesa del Dio vivente; Dov'eri mai? qual angolo Ti raccogliea nascente, Quando il tuo Re, dai perfidi Tratto a morir sul colle Imporporò le zolle Del suo sublime altar? E allor che dalle tenebre La diva spoglia uscita, Mise il potente anelito Della seconda vita; E quando, in man recandosi Il prezzo del perdono, Da questa polve al trono Del Genitor salì; Compagna del suo gemito, Conscia de' suoi misteri, Tu, della sua vittoria Figlia immortal, dov'eri? In tuo terror sol vigile. Sol nell'obblio secura, Stavi in riposte mura Fino a quel sacro dì, Quando su te lo Spirito Rinnovator discese, E l'inconsunta fiaccola Nella tua destra accese Quando, segnal de' popoli, Ti collocò sul monte, E ne' tuoi labbri il fonte Della parola aprì. Come la luce rapida Piove di cosa in cosa, E i color vari suscita Dovunque si riposa; Tal risonò moltiplice La voce dello Spiro: L'Arabo, il Parto, il Siro In suo sermon l'udì. Adorator degl'idoli, Sparso per ogni lido, Volgi lo sguardo a Solima, Odi quel santo grido: Stanca del vile ossequio, La terra a lui ritorni: E voi che aprite i giorni Di più felice età, Spose che desta il subito Balzar del pondo ascoso; Voi già vicine a sciogliere Il grembo doloroso; Alla bugiarda pronuba Non sollevate il canto: Cresce serbato al Santo Quel che nel sen vi sta. Perché, baciando i pargoli, La schiava ancor sospira? E il sen che nutre i liberi Invidiando mira? Non sa che al regno i miseri Seco il Signor solleva? Che a tutti i figli d'Eva Nel suo dolor pensò? Nova franchigia annunziano I cieli, e genti nove; Nove conquiste, e gloria Vinta in più belle prove; Nova, ai terrori immobile E alle lusinghe infide. Pace, che il mondo irride, Ma che rapir non può. O Spirto! supplichevoli A' tuoi solenni altari; Soli per selve inospite; Vaghi in deserti mari; Dall'Ande algenti al Libano, D'Erina all'irta Haiti, Sparsi per tutti i liti, Uni per Te di cor, Noi T'imploriam! Placabile Spirto discendi ancora, A' tuoi cultor propizio, Propizio a chi T'ignora; Scendi e ricrea; rianima I cor nel dubbio estinti; E sia divina ai vinti Mercede il vincitor. Discendi Amor; negli animi L'ire superbe attuta: Dona i pensier che il memore Ultimo dì non muta: I doni tuoi benefica Nutra la tua virtude; Siccome il sol che schiude Dal pigro germe il fior; Che lento poi sull'umili Erbe morrà non colto, Né sorgerà coi fulgidi Color del lembo sciolto Se fuso a lui nell'etere Non tornerà quel mite Lume, dator di vite, E infaticato altor. Noi T'imploriam! Ne' languidi Pensier dell'infelice Scendi piacevol alito, Aura consolatrice: Scendi bufera ai tumidi Pensier del violento; Vi spira uno sgomento Che insegni la pietà. Per Te sollevi il povero Al ciel, ch'è suo, le ciglia, Volga i lamenti in giubilo, Pensando a cui somiglia: Cui fu donato in copia, Doni con volto amico, Con quel tacer pudico, Che accetto il don ti fa. Spira de' nostri bamboli Nell'ineffabil riso, Spargi la casta porpora Alle donzelle in viso; Manda alle ascose vergini Le pure gioie ascose; Consacra delle spose Il verecondo amor. Tempra de' baldi giovani Il confidente ingegno; Reggi il viril proposito Ad infallibil segno; Adorna la canizie Di liete voglie sante; Brilla nel guardo errante Di chi sperando muor.
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