|
Opere pubblicate: 19994
|
Info sull'Opera
È risorto: or come a morte
La sua preda fu ritolta? Come ha vinte l'atre porte, Come è salvo un'altra volta Quei che giacque in forza altrui? Io lo giuro per Colui Che da' morti il suscitò. È risorto: il capo santo Più non posa nel sudario È risorto: dall'un canto Dell'avello solitario Sta il coperchio rovesciato: Come un forte inebbriato Il Signor si risvegliò. Come a mezzo del cammino, Riposato alla foresta, Si risente il pellegrino, E si scote dalla testa Una foglia inaridita, Che dal ramo dipartita, Lenta lenta vi risté: Tale il marmo inoperoso, Che premea l'arca scavata, Gittò via quel Vigoroso, Quando l'anima tornata Dalla squallida vallea, Al Divino che tacea: Sorgi, disse, io son con Te. Che parola si diffuse Tra i sopiti d'Israele! Il Signor le porte ha schiuse! Il Signor, I'Emmanuele! O sopiti in aspettando, È finito il vostro bando: Egli è desso, il Redentor. Pria di Lui nel regno eterno Che mortal sarebbe asceso? A rapirvi al muto inferno, Vecchi padri, Egli è disceso; Il sospir del tempo antico, Il terror dell'inimico, Il promesso Vincitor. Ai mirabili Veggenti, Che narrarono il futuro Come il padre ai figli intenti Narra i casi che già furo, Si mostrò quel sommo Sole Che, parlando in lor parole, Alla terra Iddio giurò; Quando Aggeo, quando Isaia Mallevaro al mondo intero Che il Bramato un dì verria, Quando, assorto in suo pensiero, Lesse i giorni numerati, E degli anni ancor non nati Daniel si ricordò. Era l'alba; e molli il viso Maddalena e l'altre donne Fean lamento sull'Ucciso; Ecco tutta di Sionne Si commosse la pendice, E la scolta insultatrice Di spavento tramortì. Un estranio giovinetto Si posò sul monumento: Era folgore l'aspetto, Era neve il vestimento: Alla mesta che 'l richiese Diè risposta quel cortese: E risorto; non è qui. Via co' palii disadorni Lo squallor della viola: L'oro usato a splender torni: Sacerdote, in bianca stola, Esci ai grandi ministeri, Tra la luce de' doppieri, Il Risorto ad annunziar. Dall'altar si mosse un grido: Godi, o Donna alma del cielo; Godi; il Dio cui fosti nido A vestirsi il nostro velo, È risorto, come il disse: Per noi prega: Egli prescrisse, Che sia legge il tuo pregar. O fratelli, il santo rito Sol di gaudio oggi ragiona; Oggi è giorno di convito; Oggi esulta ogni persona: Non è madre che sia schiva Della spoglia più festiva I suoi bamboli vestir. Sia frugal del ricco il pasto; Ogni mensa abbia i suoi doni; E il tesor negato al fasto Di superbe imbandigioni, Scorra amico all'umil tetto, Faccia il desco poveretto Più ridente oggi apparir. Lunge il grido e la tempesta De' tripudi inverecondi: L'allegrezza non è questa Di che i giusti son giocondi; Ma pacata in suo contegno, Ma celeste, come segno Della gioia che verrà. Oh beati! a lor più bello Spunta il sol de' giorni santi; Ma che fia di chi rubello Torse, ahi stolto! i passi erranti Nel sentier che a morte guida? Nel Signor chi si confida Col Signor risorgerà. Dagli "Inni sacri" Aprile-23 giugno 1812
|