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Info sull'Opera
Autore:
San Francesco
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
 -

Regola non Bollata. Capitolo III

di San Francesco

Del divino ufficio e del digiuno











Dice il Signore: «Questa specie di demoni non si può scacciare se non con la preghiera e col digiuno». E ancora: «Quando digiunate non prendete un'aria me­lanconica come gli ipocriti».

Perciò tutti i frati, sia chierici sia laici, recitino il divino ufficio, le lodi e le orazioni come sono tenuti a fare.

I chierici recitino l'ufficio e lo dicano per i vivi e per i defunti, secondo la consuetudine dei chierici. Per i difetti e le negligenze dei frati dicano, ogni gior­no, il Miserere mei, Deus con il Pater noster.

Per i frati defunti dicano il De profundis con il Pater noster.

E possano avere soltanto i libri necessari per adempiere al loro ufficio. Anche ai laici che sanno leggere il salterio, sia concesso di averlo; agli altri, invece, che non sanno leggere, non sia concesso di avere alcun libro.

I laici dicano il Credo in Dio e ventiquattro Pater noster con il Gloria al Padre per il mattutino, cin­que per le lodi, per l'ora di prima il Credo in Dio e sette Pater noster, con il Gloria al Padre; per terza, sesta e no­na, per ciascuna di esse, sette Pater noster; per il vespro dodici, per compieta il Credo in Dio e sette Pater noster con il Gloria al Padre; per i defunti sette Pater noster con il Requiem aeternam; e per le mancanze e le negligenze dei frati tre Pater noster ogni giorno.

E similmente, tutti i frati digiunino dalla fe­sta di Tutti i Santi fino al Natale e dalla Epifania, quan­do il Signore nostro Gesù Cristo incominciò a digiunare, fino alla Pasqua. Negli altri tempi poi, eccetto il venerdì, non siano tenuti a digiunare secondo questa norma di vita. E secondo il Vangelo, sia loro lecito mangiare di tutti i cibi che vengono loro presentati.



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