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Opere pubblicate: 19994
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Info sull'Opera
Del divino ufficio e del digiuno
Dice il Signore: «Questa specie di demoni non si può scacciare se non con la preghiera e col digiuno». E ancora: «Quando digiunate non prendete un'aria melanconica come gli ipocriti». Perciò tutti i frati, sia chierici sia laici, recitino il divino ufficio, le lodi e le orazioni come sono tenuti a fare. I chierici recitino l'ufficio e lo dicano per i vivi e per i defunti, secondo la consuetudine dei chierici. Per i difetti e le negligenze dei frati dicano, ogni giorno, il Miserere mei, Deus con il Pater noster. Per i frati defunti dicano il De profundis con il Pater noster. E possano avere soltanto i libri necessari per adempiere al loro ufficio. Anche ai laici che sanno leggere il salterio, sia concesso di averlo; agli altri, invece, che non sanno leggere, non sia concesso di avere alcun libro. I laici dicano il Credo in Dio e ventiquattro Pater noster con il Gloria al Padre per il mattutino, cinque per le lodi, per l'ora di prima il Credo in Dio e sette Pater noster, con il Gloria al Padre; per terza, sesta e nona, per ciascuna di esse, sette Pater noster; per il vespro dodici, per compieta il Credo in Dio e sette Pater noster con il Gloria al Padre; per i defunti sette Pater noster con il Requiem aeternam; e per le mancanze e le negligenze dei frati tre Pater noster ogni giorno. E similmente, tutti i frati digiunino dalla festa di Tutti i Santi fino al Natale e dalla Epifania, quando il Signore nostro Gesù Cristo incominciò a digiunare, fino alla Pasqua. Negli altri tempi poi, eccetto il venerdì, non siano tenuti a digiunare secondo questa norma di vita. E secondo il Vangelo, sia loro lecito mangiare di tutti i cibi che vengono loro presentati.
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