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Opere pubblicate: 19994
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Info sull'Opera
Ninnava ai piccini la culla,
cuciva ai fratelli le fasce: non sapeva, madre fanciulla, come si nasce. Nel cantuccio, zitta, da brava, preparava cercine e telo pei bimbi che mamma le andava a prendere in cielo. Or cantano i passeri intorno la piccola croce, in amore. . . chè lo seppe, misera, un giorno, come si muore! L'erba è verde, piena di grilli. Non un passo, non una voce mai. Vivono, loro, tranquilli intorno la croce. Si beccano, s'amano, pascono, in mezzo a quel pieno di cose e di silenzio, dove il verbasco fa tra le rose. No, passeri! su le sue zolle, no! non fate tanto vicino! Là fitto di bianche corolle è il pero e il susino. Andate su l'albero in fiore che al vento si dondola e culla! Non turbate l'umile cuore che non sa nulla! Passa il vento come un respiro caldo, lungo, dolce, che porta su l'alito il polline in giro. . . sopra la morta. No, vento d'aprile, no, vento d'amore, no tanto vicino! Là nei campi bacia il frumento, soffia tra il lino! Fa che venga l'anima ai cardi, che le viti tengano il raspo: fa che abbiano l'accia, più tardi, il guindolo e l'aspo. Ma l'erba qui prima del fiore, ma il fiore qui prima del seme, la frullana taglia, e due ore sibila e freme. Un vecchione falcia e raduna l'erbe e i fiori di primavera; poi tutto egli brucia, là, una limpida sera: la sera, una sera di maggio, che s'odono tanti stornelli di sui gelsi, e sente, il villaggio, di filugelli. Dal villaggio vedon la fiamma ch'arde sola, rossa, in quel canto: la vedono gli occhi di mamma pieni di pianto. Oh! piange, chè il vecchio le toglie qualcosa più che le togliesse: fili d'erba, piccole foglie, povera mèsse, fioritura, sì, bianca e rossa, della bimba, che non lo sa: sua sola, laggiù, nella fossa, maternità.
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