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Opere pubblicate: 19994
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Info sull'Opera
I
Mi parve d'udir nella siepe la sveglia d'un querulo implume. Un attimo . . .Intesi lo strepere cupo del fiume. Mi parve di scorgere un mare dorato di tremule messi. Un battito . . . Vidi un filare di neri cipressi. Mi parve di fendere il pianto d'un lungo corteo di dolore. Un palpito . . . M'erano accanto le nozze e l'amore. dlin . . . dlin . . . II Ancora echeggiavano i gridi dell'innominabile folla; che udivo stridire gli acrìdi su l'umida zolla. Mi disse parole sue brevi qualcuno che arava nel piano: tu, quando risposi, tenevi la falce alla mano. Io dissi un'alata parola, fuggevole vergine, a te; la intese una vecchia che sola parlava con sè. dlin . . . dlin . . . III Mia terra, mia labile strada, sei tu che trascorri o son io ? Che importa? Ch'io venga o tu vada, non è che un addio! Ma bello è quest'impeto d'ala, ma grata è l'ebbrezza del giorno. Pur dolce è il riposo . . . Già cala la notte: io ritorno. La piccola lampada brilla per mezzo all'oscura città. Più lenta la piccola squilla dà un palpito, e va. . . dlin... dlin...
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