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Opere pubblicate: 19994
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Info sull'Opera
C'è uno di nuovo stamane
su nella casa solitaria. Dall'uscio leva il muso il cane, ne odora la vocina in aria. Eppure fu notte serena! nè l'uscio sui gangheri appena ciulì . . . Non l'hanno (che dicono ?) preso in una ceppa di castagno! Stanotte si sarebbe inteso nel gran silenzio quel suo lagno. Invece nei prati tranquilli non c'era che il canto dei grilli: tri. . . tri. . . Non l'hanno comprato alla fiera, non l'hanno avuto dal convento. Stanotte per le vie non c'era che qualche scalpiccìo del vento; e intorno alle tacite case poi sola la voce rimase del chiù. Le case eran tacite; chiare le vie; dormiva il cane all'uscio. In casa egli dovette entrare, come il pulcino nel suo guscio! Cadevano stelle celesti, brillando . . . Oh! dal cielo cadesti pur tu! Dal cielo! Dal cielo! che piove la guazza su le dure zolle. Tu sei caduto, e non sai dove e giri l'occhio tutto molle. Non fu la caduta di nulla! Ma c'era una morbida culla per te! Oh! il mondo in cui oggi ti trovi, del tuo cielo non t'è più caro! fai tante rughe! e sempre muovi la bocca, che ci senti amaro! Oh! il cielo! il tuo cielo! e ne chiedi col fievole grido a chi vedi: ov'è? ov'è? Ne chiedi ai ragazzi, col giorno venuti sopra il piè leggieri, e alle rondini che intorno passano come lampi neri. Nè più, tra il bisbiglio e il sussurro capisci, il tuo cielo d'azzurro dov'è. Zitti! . . . ora non chiede più nulla: dov'è, sua madre gliel'ha detto. A lei lo porser dalla culla; la mamma se l'è messo al petto. Oh! ecco il suo cielo infinito! E più non si sente il vagito: ov'è? ov'è?
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