|
Opere pubblicate: 19994
|
Info sull'Opera
Siamo soli. Bianca l'aria
vola come in un mulino. Nella terra solitaria siamo in due, sempre in cammino. Soli i miei, soli i tuoi stracci per le vie. Non altro suono che due gridi: —Oggi ci sono e doman me ne vo . . . —Stacci! stacci! stacci! Io di qua, battendo i denti, tu di là, pestando i piedi: non ti vedo, e tu mi senti; io ti sento, e non mi vedi. Noi gettiamo i nostri urlacci, come cani in abbandono fuor dell'uscio: —Oggi ci sono e doman me ne vo . . . —Stacci! stacci! stacci! Questa terra ha certe porte, che ci s'entra e non se n'esce. È il castello della morte. S'ode qui l'erba che cresce: crescer l'erba e i rosolacci qui, di notte, al tempo buono: ma nient'altro. . . —Oggi ci sono e doman me ne vo. . . —Stacci! stacci! stacci! C'incontriamo . . . Io ti derido?! No, compagno nello stento! No, fratello! È un vano grido che gettiamo al freddo vento. Nè c'è un viso che s'affacci per dire, Eh! spazzacamino! . . . per dire, Oh! quel vecchiettino degli stacci degli stacci! . . . —stacci! stacci!
Non sono presenti notizie riguardanti questa opera.
|