|
Opere pubblicate: 19994
|
Info sull'Opera
Or che il cucco forse è vicino,
mentre i peschi mettono il fiore, cammino, e mi pende all'uncino la spada dell'agricoltore. Il pennato porto, chè odo già la prima voce del cucco cu . . . su. . . io rispondo a suo modo: mi dice ch'io cucchi, e sì, cucco. Sì, ti cucco, vite, chè senti già nel sole stridere l'api: ti taglio ogni vecchio sarmento, ti lascio tre occhi e due capi. O che piangi, vite gentile, perchè al vento stai nuda nata? Se anch'io tra i fioretti d'aprile sembravo una vite tagliata! Piangi quello che ti si toglie ? Ma ti cucco, taglio ed accollo, perchè, quando cadon le foglie, tu abbia un tuo qualche grispollo! O mia vite . . . no, o mia vita, così torta meglio riscoppi! E poi . . . com'è buono, alle dita, l'odore di gemme di pioppi! E parlare, ritto su loro, col venuto di là dal mare, chiedendogli, in mezzo al lavoro, quant'anni si deve campare!
|